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Il governo ha varato in via definitiva due decreti attuativi del jobs act, quelli riguardanti il riordino dei contratti e la conciliazione dei tempi di vita e lavoro (che sono già passati al vaglio delle commissioni parlamentari). E ha esaminato gli ultimi ancora mancanti, quelli concernenti politiche attive e ispettorato del lavoro e riordino della cassa integrazione.

Cassa integrazione ordinaria e straordinaria

Per quanto riguarda la cassa integrazione, ancora da far passare al vaglio delle camere, c'è stata una stretta sulla durata, sia per quella ordinaria che per la straordinaria. Il tetto viene abbassato a 24 mesi in 5 anni. Può salire a 36 mesi solo in abbinamento a contratti di solidarietà. Lo strumento della cassa integrazione diventa utilizzabile dalle imprese che hanno più di 5 dipendenti. Finora, per accedervi, occorreva fossero almeno 16.

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha inoltre chiarito che verrà introdotta una sorta di clausola bonus-malus. Il contributo ordinario per il ricorso alla cassa integrazione viene ridotto del 10%, passando dall'1,90% all'1,70% della retribuzione per le imprese fino a 50 dipendenti, dal 2,20% al 2% per quelle sopra i 50, dal 5,20% al 4,70% per l'edilizia. Ma è previsto un contributo addizionale del 9% per chi fa ricorso alla cassa integrazione fino a un anno, del 12% fino a due anni, del 15% fino a tre.

Jobs act agenzia unica ispettiva

Gli altri decreti passati in primo esame prevedono la costituzione dell'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, partecipata da Stato, regioni e province autonome e la cui vigilanza spetta al ministero del Lavoro. Verranno, inoltre, coinvolte le parti sociali sulle definizioni delle linee di indirizzo generali dell'azione della nuova agenzia, che dovrà gestire i servizi per l'impiego, le politiche attive e gli assegni di disoccupazione.

Agenzia unica anche per l'Ispettorato del lavoro che definirà "la programmazione ispettiva e le modalità di accertamento" e coordinerà anche gli ispettori di Inps e Inail. L'obiettivo dichiarato da Poletti è evitare sovrapposizioni e rendere più razionali le ispezioni.

Si cerca di ottenere razionalizzazione e semplificazione anche delle procedure e degli adempimenti burocratici in materia di lavoro, con particolare riguardo alle dimissioni in bianco e al Durc (Documento unico di regolarità contributiva), utilizzando tecnologie digitali. Che avranno un ruolo anche nella controversa tematica dei controlli a distanza. Si ipotizza anche la possibilità per i datori di lavoro di sorvegliare sull'utilizzo di dispositivi tecnologici, come tablet e smartphone, a disposizione dei dipendenti.

Jobs act, riordino tipologie contrattuali

Per quanto concerne i decreti già ormai definitivi, sul riordino delle forme contrattuali si prevede il superamento dei contratti di collaborazione a progetto dal 2016 e dell'associazione in partecipazione. Dovranno essere strutturate in forma di lavoro subordinato, le collaborazioni, anche già in essere, continuative e che prevedano l'organizzazione diretta del tempo e dei luoghi di lavoro.

In casi di ristrutturazione o riorganizzazione l'impresa potrà modificare demansionare il lavoratore, senza modificare il trattamento economico, a eccezione di quello accessorio. Passa da 5.000 a 7.000 euro il tetto massimo dei voucher lavoro.

Jobs act, il congedo parentale

Ok definitivo anche all'allungamento del tempo per fruire del congedo parentale facoltativo portandolo da 3 a 6 anni e da 8 a 12 anni di età del bambino rispettivamente per quello retribuito al 30% e per quello non retribuito. Tali novità  valgono anche nei casi di adozione e affidamento.

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