Commenti: 0

Il Canton Ticino ha detto sì ai limiti per i lavoratori frontalieri. Una decisione che ha scatenato le ire dell’Italia, con il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, che paventa conseguenze nei rapporti tra l’Ue e la Svizzera senza il rispetto della libera circolazione. Ma ecco cosa è successo. Gli elettori del Cantone svizzero hanno approvato a larga maggioranza l’iniziativa popolare “Prima i nostri” per frenare il flusso degli oltre 60mila frontalieri italiani che ogni giorno attraversano il confine per recarsi a lavorare in Ticino.

Il referendum è stato approvato dai cittadini ticinesi con oltre il 58% di voti favorevoli. Il testo, promosso dal partito di destra Udc e sostenuto dalla Lega dei Ticinesi, intende ancorare nella Costituzione ticinese la “preferenza indigena” al momento dell’assunzione e chiede alle autorità del Cantone di garantire che sul mercato del lavoro ticinese “venga privilegiato a pari qualifiche professionali chi vive sul suo territorio”.

Prima di essere resa effettiva, la modifica costituzionale approvata in Ticino dovrà essere avallata dall’Assemblea federale di Berna, a cui spetta valutare la sua conformità al diritto nazionale. Prendendo atto della vittoria dell’iniziativa, il Consiglio di Stato ticinese ha ricordato i problemi di applicazione di “Prima i nostri”, ma ha annunciato che verrà “costituito un gruppo di lavoro per elaborare un testo di legge che applichi il nuovo articolo costituzionale”.

In Lombardia il presidente della Regione, Roberto Maroni, ha annunciato che a partire da domani la Regione “predisporrà le adeguate contromisure per difendere i diritti dei nostri concittadini lavoratori”.

Vedi i commenti (0) / Commento

per commentare devi effettuare il login con il tuo account