C’è attesa per l’incontro tra governo e sindacati sul tema della previdenza. Tra le misure in programma, anche se il pacchetto dovesse ridursi a 1,5-1,7 miliardi, ci sono i lavoratori precoci, le 14esime e l’Ape social. Vediamo di cosa si tratta.
Per quanto riguarda i lavoratori precoci, ovvero chi ha iniziato a versare contributi da minorenne, sembra confermata la scelta di riconoscere un bonus per raggiungere i 41 anni di anzianità necessari al ritiro anticipato, ma solo a coloro che hanno lavorato da prima dei 16 anni.
Ci sono poi le 14esime, che verranno estese a circa 1,2 milioni di pensionati che ricevono un assegno tra i 750 e i 1.000 euro netti al mese e saranno pagate su tre fasce di reddito a seconda degli anni di contribuzione del beneficiario. Si parla di una dote di circa 700 milioni da destinare per il 30% alle 14esime in essere, con il restante 70% destinato ai nuovi beneficiari.
Circa 260 milioni serviranno invece per l’allineamento della “no tax area” a quella dei lavoratori dipendenti, alzando il tetto per tutti i pensionati a 8.124 euro contro quello di 7.750 euro annui riconosciuto agli under 75.
Sul fronte delle nuove flessibilità in uscita, l’Ape social dovrebbe essere riconosciuta non solo ai 61-63enni (con 20 anni di contributi) disoccupati e senza ammortizzatore sociale o con gravi carichi familiari. Dovrebbero entrare in questo anticipo con finanziamento bancario assicurato e rimborso gratuito (fino a 1.500 euro di pensione) anche lavoratori impegnati in mansioni a rischio come gli operai edili, i macchinisti e probabilmente anche il personale marittimo imbarcato.
L’Ape social, che costerebbe 5-600 milioni, verrebbe riconosciuta con un meccanismo a esaurimento risorse, nei primi due anni di sperimentazione, e non con una norma che riconosce fin da subito un diritto pieno ai beneficiari.
Non dovrebbero subire mutamenti le altre due forme di anticipo: la volontaria sarà onerosa per i beneficiari con un abbattimento fiscale solo parziale, mentre l’Ape aziendale, utilizzabile nelle situazioni di crisi o ristrutturazioni aziendali, sarà a carico dei datori di lavoro. Da citare, infine, le misure per la gratuità dei cumuli di contributi effettuati su gestioni diverse e per la semplificazione delle regole per l’uscita anticipata degli usuranti.
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