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Per i programmatori, lo smart working comincia ad essere la norma
The Economist

Secondo un'analisi di The Economist, solo il 13% dei lavori pubblicati in Hacker News, una pagina web che pubblica notizie per gli informatici, nel 2011 faceva riferimento allo smart working. Nel 2021, la percentuale è aumentata al 75%. La pandemia ha accelerato un cambiamento già in atto: tra gennaio del 2016 e marzo del 2020, la percentuale di annunci che menzionavano il lavoro a distanza aumentò dal 20% al 35%.

The Economist, segnala che la sua analisi deve prendersi con le pinze, visto che non tutte le aziende utilizzano lo stesso formato per annunciare un'offerta di lavoro ed è quindi possibile che si perdano alcune pubblicazioni. La sua analisi estrae tutti i dati della web e cerca la parola "remoto" o " da casa". Nonostante ciò Jed Kolko, il capo economista di Indeed, una web di offerta di lavoro, considera che il cambiamento verso il lavoro da remoto è "permanente". I dati di questa web sulle offerte lavorative in varie industrie dimostrano come i riferimenti al lavoro in remoto sono più che raddoppiati dall'inizio della pandemia. Negli ultimi mesi la percentuale del lavoro in remoto è diminuita con l'apertura degli uffici, però per alcuni lavori come programmatori, diritto e finanza, la tassa si è mantenuto alta.

 

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