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Reddito di cittadinanza 2022, le novità della legge di bilancio
reddito cittadinanza 2022 pixabay

Articolo scritto da Eleonora Capizzi, collaboratrice di idealista/news

Tra le novità del reddito di cittadinanza 2022 previste dall’ultima Legge di Bilancio, pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 31 dicembre, debutta la riduzione mensile dell’assegno che scatta al rifiuto della prima offerta di lavoro “congrua”, un meccanismo conosciuto come decalage.

Riduzione reddito di cittadinanza 

Il meccanismo di “decalage” è una decurtazione di 5 euro da applicare ogni mese, sull’importo riconosciuto a titolo di reddito di cittadinanza, una novità introdotta con il fine di incoraggiare i beneficiari a rientrare sul mondo del lavoro e operativa dal 1° gennaio 2022.

La riduzione progressiva dell’assegno messa in campo dalla Legge di Bilancio 2022, infatti, rientra in quel pacchetto di correttivi che puntano a rendere lo strumento più efficiente dal punto di vista del reinserimento lavorativo: dalla revoca del beneficio al rifiuto della seconda offerta di lavoro (e non più alla terza come in precedenza) alla regola per cui la seconda offerta va considerata congrua ovunque collocata sul territorio nazionale fino all’impiego dei beneficiari nei lavori di pubblica utilità.

In sostanza, il beneficio economico mensile è ridotto di 5 euro ogni trenta giorni e a partire dal mese successivo a quello in cui si è rifiutata un’offerta di lavoro congrua.

Ma attenzione, il meccanismo di decalage è sottoposto a regole e limiti specifici. Vediamo, quindi, quali sono queste regole.

Come funziona

La riduzione mensile dei 5 euro del sussidio trova applicazione solo nei confronti dei nuclei familiari in cui si presente almeno un individuo tenuto alla sottoscrizione del Patto per il Lavoro o per l’inclusione sociale. Sono escluse le famiglie beneficiarie del reddito di cittadinanza in cui almeno uno dei componenti sia un minore di 3 anni o un disabile grave o non autosufficiente.

In ogni caso, l’importo dell’assegno per essere soggetto a questa diminuzione non deve essere inferiore a 300 euro, moltiplicato per il corrispondente parametro della scala di equivalenza (il valore per cui deve essere moltiplicato l’importo base a seconda del numero dei componenti del nucleo e delle loro caratteristiche: adulti, minori, disabili e così via).

Un tetto minimo che vale anche quando l’importo è stato diminuito a seguito dello stesso decalage. In altre parole, la decurtazione mensile non potrà mai far scendere l’assegno al di sotto dei 300 euro moltiplicati per la relativa scala di equivalenza.

La riduzione, inoltre, scatta dal mese successivo a quella del rifiuto dell’offerta di lavoro e continua ad essere applicata anche a seguito dell’eventuale rinnovo del beneficio.

Infine, il decalage si sospende, congelando l’importo dell’assegno alla misura raggiunta a seguito delle diminuzioni, quando almeno un componente del nucleo familiare abbia avviato attività da lavoro dipendente o autonomo da almeno un mese continuativo. La sospensione opera dal mese successivo a quello in cui i beneficiari abbiano trovato un’occupazione

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