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Governo e maggioranza hanno dato il via al loro confronto sugli emendamenti alla manovra correttiva, tra cui spunta una web tax transitoria che consenta alle digital company di accordarsi preventivamente con il Fisco italiano sulla tassazione della stabile organizzazione.

Non si tratta ancora di una web tax vera e propria, ma di una norma di transizione per permettere al Fisco italiano e ai giganti di Internet di raggiungere accordi preventivi laddove si configuri l’ipotesi di “stabile organizzazione”.

L’emendamento alla manovra-bis è stato depositato in commissione Bilancio della Camera dal presidente della commissione Francesco Boccia (Pd). In attesa di un accordo internazionale, l’Italia comincia a muovere i primi passi sul fronte della web tax.

Nel dettaglio, l’emendamento punta a introdurre un meccanismo per un accordo preventivo rafforzato tra le multinazionali del web e il Fisco. Si prevede una forma di cooperative compliance nei confronti delle web companies che permetta all’Agenzia delle Entrate di avviare una serie di interlocuzioni con le imprese digitali, per raggiungere un accordo preventivo con il Fisco italiano.

Il confronto andrà avanti per due settimane e i primi voti dovrebbero arrivare il 18 maggio. Il testo dovrebbe essere poi licenziato tra venerdì 26 e sabato 27 maggio.

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