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La moratoria degli sfratti si trasforma in un problema per Joe Biden
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Dopo la polemica ritirata dall'Afghanistan, altri problemi, che riguardano questa volta il fronte interno, per Jon Biden. Il governo degli Stati Uniti ha deciso infatti di porre fine alla moratoria che impediva gli sfratti, sostenendo che la misura non avrebbe piùil sostegno del Tribunale Supremo. Secono gli esperti, circa tre milioni di cittadini corrono il rischio di essere cacciati via dalle loro case.

Solo un giorno dopo la decisione del Governo, il centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie ha deciso di rinnovare la moratoria fino ad ottobre sotto l'avanzata della variante Delta. La moratoria fu approvata a settembre 2020 dall'allora presidente Donald Trump, perché gli sfratti rappresentavano un rischio sanitario in piena pandemia. La Corte Suprema degli Stati Uniti aveva poi permesso una una proroga fino alla fine di luglio, avvertendo però che avrebbe bloccato qualsiasi ulteriore proroga che non fosse accompagnata da un'autorizzazione chiara e specifica del Congresso.

La decisione del Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie (CDC per le sue sigle in inglese) potrebbe quindi esssere incostituzionale. Per questo il governo sta cercando di trovare un nuovo modello legale che consenta di paralizzare gli sfratti per morosità. Secondo CDC la misura sospenderebbe in maniera temporanea gli sfratti in zone con un'incidenza alta di coronavirus dove abita il 90% delle popolazione degli Stati Uniti fino al 3 ottobre.

Inoltre rimane bloccato il programma di aiuti federeali all'affito che è di circa 47mila milioni di dollari, circa 39 milioni di euro al cambio attuale. Le amministrazioni centrali e lo stato non riescono a trovare un accordo sulle modalità di aiuto.
 

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