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Si dice che il miglior modo per non raggiungere mai un accordo sia quello di far sedere a un tavolo diversi economisti. Se aumenta il numero dei presenti, crescono esponenzialmente le interpretazioni di fatti. È quello che sta succedendo al festival dell'economia di Trento, dove due importanti analisti mondiali, charles wyplosz e richard portens hanno discusso sulle cause della crisi. Due tesi diverse, ma un'unica soluzione

Tesi 1: charles wyplosz (graduate institute di ginevra). Colpa dei debiti pubblici

La gestione dissennata degli ultimi quarant'anni ha portato diversi paesi, come l'Italia, ad accumulare dei debiti insostenibili. I vincoli di bilancio sono entrati in vigore tardi e troppe sono state le infrazioni. Paesi come spagna o irlanda, che avevano avanzi di bilancio e debiti bassi, erano in realtà drogati e il salvataggio delle loro banche è costato carissimo

Tesi 2: richard portens (london business school). Colpa dei capitali

I flussi di capitali passano come dei tornado sulle economie nazionali, che non hanno più la capacità di opporvisi. Paesi come spagna o irlanda  hanno ricevuto grandi flussi provenienti in particolar modo dai settori finanziari di germania e francia, che hanno alimentato delle bolle immobiliari. Il vero problema è stato quindi l'eccesso di credito

La soluzione comune

Nonostante la distanza della visione i due propongono la stessa ricetta: l'unione bancaria con una supervisione condivisa. Il nodo a cui si oppone con forza la germania, che per entrambi è il socio più problematico da convincere

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