Commenti: 0
Sovraffollamento abitativo, i dati Istat alla luce dell'Agenda 2030
GTRES

Il lockdown ha portato tutti a riflettere sull’importanza di non vivere in case sovraffollate. Anche Istat, pubblicando gli indicatori sugli Obbiettivi dell’Agenda 2030, punta lo sguardo sulle abitazioni degli italiani. Ecco cosa si è evidenziato.

Il Goal 11 dell’Agenda 2030 è l’obbiettivo che si occupa del tema della sostenibilita urbana anche dal punto di vista abitativo.

Sovraffollamento abitativo, i dati Istat alla luce dell'Agenda 2030
Istat

 

 

Per quanto riguarda le abitazioni, il Rapporto SDGs 2020 di Istat evidenzia che “il sovraffollamento dell’abitazione in cui si vive è il fenomeno più diffuso mostrando un aumento nell’ultimo anno (27,8). E’ dal 2013 che la quota e superiore al 27%, mentre era pari a 23,3% dieci anni prima, nel 2009. L’Italia è tra i Paesi col valore più alto in ambito Ue 28 (15,5%), al pari della Grecia e seguita da Slovacchia, Polonia, Croazia, Bulgaria e in ultimo Romania (46,3%).

Meno diffusi tra le famiglie e con segnali di persistente miglioramento gli altri fenomeni osservati con riferimento al 2018. La percentuale di famiglie che dichiara di sperimentare problemi strutturali o di umidità è scesa nell’ultimo anno da 16,1% a 13,2%, il valore più basso registrato (nel 2009 era 20,9%). Il valore e in linea con la media europea Ue28 pari a 13,9%. Si riduce anche la presenza di rumore proveniente dai vicini o dalla strada che riguarda il 10,9% delle famiglie (era 12,5% nel 2017 e 26,1% nel 2009). In questo caso l’Italia è ai livelli minimi rispetto agli altri paesi europei, con media pari a 18,3%.

Il miglioramento rispetto ai problemi strutturali o di umidità e del rumore è generalizzato tra le categorie sociali e la tipologia di insediamento: uomini e donne, tutte le fasce d’età, italiani e stranieri, grandi città, città medie e cinture urbane, zone rurali. Le differenze sono invece ampie a livello regionale e i miglioramenti risultano diffusi ma non generalizzati. I dati sul sovraffollamento presentano la maggiore eterogeneità. Nelle regioni del Centro si registrano i peggioramenti più accentuati, e la percentuale in Umbria e Marche raggiunge, rispettivamente, quota 37,7% e 41,2%".

 

Vedi i commenti (0) / Commento

per commentare devi effettuare il login con il tuo account