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Sondaggio congiunturale Banca d'Italia 2022
GTRES

Il mrcato immobiliare italiano nel 2022 è ancora stabile, ma gli aumenti del costo dell'energia e la guerra in corso contribuiscono a un peggioramento delle aspettative. A dirlo è il consueto Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia, condotto da Banca Italia, Tecnoborsa e Agenzia delle Entrate.

Il sondaggio, condotto dal 23 giugno al 20 luglio 2022 su 1465 agenti immobiliari fa una panoramica del mercato immobiliare attuale, nel quale prevalgono segnali di stabilità, ma anche previsioni sul mercato futuro, nel quale gli agenti segnalano un peggioramento delle condizioni della domanda e un possibile calo dei prezzi

La quota di operatori che hanno venduto almeno un immobile è scesa, pur mantenendosi su livelli elevati, e il saldo negativo fra i giudizi di aumento e riduzione del numero dei potenziali acquirenti si è ampliato. Anche i nuovi incarichi a vendere si confermano in diminuzione. Le prospettive si sono deteriorate, con riferimento sia al proprio mercato sia a quello nazionale. Su tali valutazioni pesano i rincari energetici e l’invasione dell’Ucraina, che contribuirebbero a influenzare al ribasso sia il numero dei potenziali acquirenti sia i prezzi di vendita delle abitazioni.

Banca Italia: mercato immobiliare stabile, ma possibile calo della domanda e dei prezzi
Bankitalia

Il mercato nel II trim 2022

Nel II trimestre del 2022 la percentuale di operatori che riportano una stabilità dei prezzi di vendita rispetto al periodo precedente è salita al 67,2 per cento (da 62,6 nell’indagine precedente), mentre è scesa la percentuale di coloro che ne ravvisano un aumento (22,2 per cento da 24,0), ma anche quella di coloro che ne ravvisano una riduzione (10,6 da 13,4).

Di conseguenza, è leggermente salito il saldo positivo fra i giudizi di aumento e riduzione delle quotazioni immobiliari (11,6 punti percentuali, da 10,6)

La quota di agenzie che hanno venduto almeno un’abitazione nel II trimestre è scesa all’84,9 per cento (da 87,6 nel I), mantenendosi comunque su livelli storicamente elevati.

Come nelle precedenti indagini, più di tre quarti degli operatori hanno venduto esclusivamente abitazioni preesistenti, mentre circa il 2 per cento ha intermediato esclusivamente immobili di nuova costruzione.

Il saldo negativo tra i giudizi di aumento e riduzione del numero dei potenziali acquirenti si è ulteriormente ampliato nel II trimestre (a -10,8 punti percentuali, da -2,8 nel precedente), soprattutto a fronte di un marcato peggioramento nelle aree urbane, dove il saldo è passato a -15,4 punti percentuali (da -2,1).

La percentuale di operatori che segnalano un incremento dei nuovi incarichi a vendere rimane molto inferiore a quella di coloro che ne registrano una diminuzione (-36,3 punti, da -32,9; tavola e fig. 3), così come avviene per gli incarichi da evadere (-36,5 punti, da -36,7).

Le prospettive del mercato secondo gli agenti

Le attese delle agenzie per il III trimestre sono notevolmente peggiorate, riguardo sia al proprio mercato di riferimento sia a quello nazionale: i saldi tra aspettative favorevoli e sfavorevoli si sono ridotti di oltre 10 punti percentuali, portandosi rispettivamente a -21,7 e a -22,6.

Prevale il pessimismo anche su un orizzonte biennale (-18,7 per il proprio mercato e -23,3 per il mercato nazionale). Anche il saldo fra le attese di aumento e diminuzione dei nuovi incarichi a vendere nel trimestre in corso segna un marcato peggioramento (-27,9 punti percentuali, da -14,7; tavola), in gran parte dovuto al calo dell’attività durante i mesi estivi.

Le aspettative sull’evoluzione dei prezzi di vendita tornano a orientarsi al ribasso, con un saldo fra attese di aumento e diminuzione che diviene negativo (a -5,4 punti percentuali da 5,0; tavola e fig. 1) dopo tre trimestri consecutivi in territorio positivo. Secondo gli operatori, lo scoppio della guerra in Ucraina e i recenti aumenti dell’inflazione stanno influenzando al ribasso sia il numero dei potenziali acquirenti (per circa il 60 per cento degli agenti, in linea con la precedente rilevazione) sia i prezzi di vendita delle abitazioni (per circa il 40).

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