In tre anni le tasse sulla casa sono aumentate del 178%, si è passati dai 9 miliardi di euro del 2011 ai 25 del 2014. Un duro colpo per il settore immobiliare, letteralmente piegato dal peso del fisco. L'analisi di Confedilizia lascia poco spazio ai se e ai ma e fa scattare l'allarme per la crescita del Paese
Secondo Confedilizia, infatti, "gravare gli immobili di un carico di tasse come quello abbattutosi in Italia negli ultimi anni produce conseguenze negative a catena con riflessi evidenti sulla crescita del Paese". E' per tale ragione che l'associazione chiede al governo una riduzione della morsa fiscale sugli immobili
Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, ha spiegato che il peso fiscale ha ridotto i vantaggi dell'investimento immobiliare avviando un effetto sfiducia che molti economisti fanno fatica a vedere, causato dalle conseguenze psicologiche che si ripercuotono sul proprietario che, osservando i prezzi in costante calo delle compravendite, vede impoverirsi il proprio patrimonio. Subentra, quindi, la paura di spendere
Secondo i calcoli di Confedilizia, rispetto a una casa a Roma con rendita catastale di 1.000 euro data in affitto a canone libero, se nel 2011 si pagava un'Ici da 735 euro, nel 2014 si è passati a 1.889 euro (imu più Tasi), con un aumento del 157%. L'aumento è del 291% se il canone è calmierato
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