La durata media delle controversie in Italia ha ormai toccato i 796 giorni, nonostante si registri qualche miglioramento nel funzionamento della macchina della giustizia civile. A dirlo i dati del Ministero della Giustizia, elaborati dal Sole 24 Ore, che ricostruiscono la mappa delle liti nel nostro Paese.
Secondo le proiezioni a fine anno, basate sul monitoraggio ministeriale del primo semestre, il 2014 ha registrato un saldo positivo notevole: i tribunali civili di primo grado hanno pronunciato 330mila sentenze in più rispetto alle liti che sono state iniziate da cittadini e imprese. Il risultato dipende dal calo delle nuove cause (-4,2% rispetto al 2013) e dall’aumento delle decisioni dei giudici (+3,9%). Si tratta del miglior risultato dal 2008.
Come si sa, però, non è tutto oro quel che luccica. Innanzitutto, la distribuzione dell’arretrato non è uniforme, così come il suo tasso di riduzione. Il maggior numero di fascicoli pendenti sono nei tribunali di Roma (115mila) e Napoli (100mila), ai quali si aggiungono alcuni grandi tribunali del Sud - Foggia, Bari e Catania - e il palazzo di giustizia di Milano.
Ci sono poi i tempi della Giustizia: un procedimento dura in media 796 giorni. Gli uffici in cui la durata tendenziale dei processi è inferiore sono, nella maggior parte dei casi, i piccoli tribunali del Nord. Non mancano, però, alcune strutture più grandi, come Torino o Ferrara.
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