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La decisione della Federal Reserve sui tassi di interesse era molto attesa e si dava quasi per scontato un loro rialzo. Ma, a sorpresa, l’aumento non è arrivato. La Fed ha deciso di lasciare invariato il costo del denaro allo 0 e 0,25%, il minimo storico. A preoccupare, soprattutto, la crisi in Cina e la situazione dei mercati emergenti. Con il dollaro largamente usato a livello mondiale, un aumento del suo costo avrebbe necessariamente avuto dirette conseguenze in ogni parte del pianeta.

Una decisione presa a larga maggioranza, con nove voti a favore e uno contrario. A votare contro è stato Jeffrey Lacker, il presidente della Fed di Richmond, che spingeva per un aumento di 0,25 punti. Il Fomc, il comitato esecutivo della Banca centrale, ha spiegato che “sarà appropriato alzare i tassi quando si saranno visti ulteriori progressi nel mercato del lavoro e quando l’inflazione sarà tornata verso il suo obiettivo di medio termine del 2%”.

In conferenza stampa, il governatore della Fed, Janet Yellen, ha fatto sapere: ”La ripresa ha progredito a sufficienza, ci sono ragioni per alzare i tassi ora e ne abbiamo discusso, ma alla luce delle incertezze estere e dell’inflazione più bassa, abbiamo deciso di aspettare. La preoccupazione per la Cina e i mercati emergenti ha portato volatilità sui mercati e, date le significative interconnessioni tra gli Usa e il resto del mondo, la situazione va osservata con attenzione”. Janet Yellen ha poi detto che un aumento alla prossima riunione del 27-28 ottobre resta una possibilità.

Intanto, però, la decisione della Fed sembra sottolineare la fragilità che continua a contraddistinguere l’economia internazionale.

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