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Dal rent to buy all'esenzione fiscale per gli immobili invenduti, 5 proposte per il rilancio del mattone
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Confindustria e Ance si sono messe insieme per proporre degli interventi volti a rilanciare l’edilizia, considerata una priorità per la crescita economica del Paese. Misure che non riguardano solo le costruzioni, ma che coinvolgono tutta la filiera. Il pacchetto di proposte verrà inviato al governo. Vediamo di cosa si tratta.

Le proposte per l’edilizia di Confindustria e Ance

Incentivi di riqualificazione – La proposta è quella di una detassazione degli acquisti di abitazioni nuove in classe energetica elevata effettuati fino al 2018 con un credito d’imposta pari al 50% dell’Iva pagata sull’acquisto insieme all’esenzione triennale dall’Imu, dalla Tasi o dalla futura Local Tax.

Bonus ristrutturazioni – L’obiettivo è estendere anche per il 2016 il bonus del 65% per la riqualificazione energetica degli edifici e stabilizzare il bonus per le ristrutturazioni edilizie.

Energia per imprese e Pa – In questo caso, si punta a potenziare il meccanismo della nuova Sabatini, incentivando il profilo dell’efficienza energetica e del rinnovo impianti, macchinari e attrezzature.

Rent to buy – La proposta è quella di estendere al mercato privato le misure fiscali adottate oggi soltanto per gli alloggi dell’edilizia popolare.

Deducibilità Imu e Irap – L’intento è quello di superare la limitata deducibilità Imu e la deducibilità Irap.

Immobili invenduti – In questo caso, si parla di esenzione Imu e Tasi per gli immobili invenduti e non locati costruiti dalle imprese per la vendita.

Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, e il presidente dell’Ance, Claudio De Albertis, hanno deciso di mettere insieme questo pacchetto di proposte urgenti proprio per dare una spinta all’edilizia e favorire di conseguenza il rilancio dell’economia. Si va dagli interventi nelle infrastrutture alla riqualificazione del patrimonio abitativo, passando per le riforme necessarie al Paese. Si tratta di misure che, secondo De Albertis, non incideranno sull’erario. Il presidente dell’Ance valuta che tali interventi potrebbero portare a 20mila all’anno il numero delle abitazioni da ristrutturare, una spinta virtuosa alla crescita.

 

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1 Commenti:

Mauro
1 Ottobre 2015, 10:35

Beh, le trovate di questo pacchetto si riducono alla fine a riduzioni fiscali che si scontrano con note problematiche di bilancio statale. Nessuno invece recepisce davvero (quantunque se ne parli spesso) che la primissima cosa da fare - oltretutto per una montagna di altri motivi - è bloccare il consumo di suolo. E' persino superfluo dire che finchè vengono autorizzate nuove costruzioni, l'intero patrimonio esistente si svaluta inevitabilmente (tanto più quando l'offerta già eccede di parecchio la domanda). Se invece le si bloccasse, non resterebbe che riqualificare i vecchi immobili, ed il cielo sa quanto ce ne sia bisogno. Ma da tempo la mia impressione è che ci sia una precisa intenzione politica di rendere le case sempre meno care e più accessibili alle classi meno abbienti. Che di per sé è una bella e giusta cosa, peccato solo che faccia sentire e renda effettivamente più povero innanzitutto quel famoso 75% di proprietari di case, ma alla fine tutto il Paese.

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