In ambito professionale rimane sempre valido il tradizionale meccanismo decisionale top-down, ma i tempi cambiano e con loro anche il modo in cui si lavora. Si fa così strada una nuova concezione che, se non sostituisce la precedente, la va comunque ad affiancare.
John Kotter, tra i massimi esperti di management, ritiene che uno dei problemi più diffusi nelle organizzazioni risiede nella tendenza dei collaboratori a sopravvalutare il raggio d’azione di pertinenza del proprio capo. Il focus tradizionale della relazione capo-collaboratore è centrato sul rapporto di dipendenza, ma una nuova cultura manageriale sposta questo focus su un rapporto di interdipendenza. Un rapporto in cui capo e collaboratore instaurano una relazione di fiducia e influenza reciproca.
Vediamo, dunque, come gestire il proprio capo:
- cercare di assumere la sua prospettiva, il suo modo di interpretare le situazioni e di affrontare i problemi, e provare a capire quali sono i suoi obiettivi, professionali e personali;
- rendere il proprio stile compatibile con il suo, ossia accordare la propria modalità di affrontare il lavoro con la sua;
- proporre valide soluzioni ai problemi, in poche parole: mostrarsi proattivi;
- valutare con attenzione quale può essere il momento più opportuno per parlargli;
- imparare a negoziare, ciò significa saper valorizzare ogni proposta mettendo in evidenza il vantaggio reciproco che ne può derivare.
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