Un Paese da “ristrutturare”. Questa è la fotografia scattata da Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, al 26° Forum organizzato dall’Istituto indipendente di studi e ricerche. Secondo i dati forniti, infatti, le case italiane sono per un quinto vetuste e in cattive condizioni di manutenzione.
Lo stato degli immobili residenziali
Su un totale di oltre dodici milioni di immobili residenziali, oltre due milioni (16,8 per cento del totale secondo l’Istat) di unità abitative sono in mediocre o pessimo stato di conservazione che si stima necessiterebbero di oltre cento miliardi di euro per una riqualificazione totale.
“La percentuale di obsolescenza - ha spiegato Breglia - arriva al 21,1% per gli immobili edificati prima del 1981, mentre la quota scende al 4,7% per quelli costruiti tra il 1981 e il 2011. E si precisa che i tre quarti (74,1%) degli edifici residenziali sono stati costruiti prima del 1981 e hanno oltre 35 anni di vita, mentre i più recenti sono il 25,9%”.
Le criticità più evidenti, per quanto riguarda le case in condizioni pericolanti, si registrano al Sud. Il record negativo è della Calabria, dove il 26,8% del totale degli edifici residenziali versa in mediocre-pessimo stato di conservazione. Seguono la Sicilia con il 26,2% e la Basilicata con il 22,3%.
Nel Lazio, invece, gli edifici a rischio rappresentano il 16% del totale e a Roma il 14,7% delle strutture è in cattivo stato. Basti pensare ai recenti esempi, dal palazzo crepato nel quartiere Flaminio all’apertura di una voragine alla Balduina, entrambe zone semicentrali di pregio.
La situazione delle infrastrutture
Ma Breglia ha evidenziato anche lo scenario delle infrastrutture italiane: “Negli ultimi anni abbiamo assistito ad eventi tragici causati in parte da eventi naturali, ma soprattutto dall’incuria dell’uomo. Dopo crolli e terremoti emergono dati chiari sulla situazione dell’edilizia italiana: circa 11mila ponti e gallerie che necessitano di controllo e manutenzione, sparsi in tutta Italia, e 272 solo in Lombardia, su un totale di 45mila infrastrutture in funzione; 300 i ponti considerati a grave rischio, con criticità di livello 1, secondo le denunce degli esperti”.
Ma non è tutto, perché “solo in zona Milano - ha proseguito Breglia - si vedono tre ponti, 10, 12 e 14, sullo svincolo 26 della superstrada Milano Meda che, secondo una perizia, andavano già chiusi, ma che la Provincia assicura monitorati e in attesa dell’avvio dei lavori attesi per il prossimo anno”.
Ma sono scoraggianti anche i dati che riguardano l’edilizia scolastica, i cui fondi stanziati sono insufficienti: il 58% delle scuole non risponde alle norme antincendio e il 53% necessita anche di un adeguamento antisismico.
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