Secondo un rapporto della società di consulenza KPMG, nel 2020 il prezzo delle case potrebbe diminuire del 6,2% nel Regno Unito e del 7% a Londra, qualora il Paese lasciasse l’Unione europea senza accordo il 31 ottobre. Il mercato residenziale britannico è rimasto fermo dal 2016. Fino a giugno il prezzo è aumentato di un leggero 0,9% su base annua.
D’altra parte, nei tre anni precedenti al 2016 il prezzo delle abitazioni è aumentato dell’8%, secondo i dati del registro delle proprietà. L’attuale stagnazione è dovuta principalmente alle incertezze derivanti dalla Brexit e anche alla cosiddetta imposta di bollo, una tassa sugli atti legali documentati che grava sull’acquisto di alloggi.
Con un accordo sulla Brexit, KPMG ritiene che i prezzi possano registrare un calo dello 0,1% in tutto il Paese nel 2019 e addirittura un aumento nel 2020 dell’1,3%. Londra è un altro mercato danneggiato. Quest’anno i prezzi scenderanno del 4,7%, sia che ci sia un accordo sulla Brexit sia che non ci sia, sebbene in caso di mancato accordo la caduta sarebbe del 7% nel 2020.
Il calo potrebbe essere maggiore nell’Irlanda del Nord, dove raggiungerebbe il 2,2% quest’anno e il 7,5% l’anno prossimo, a conferma dell’importanza per l’Irlanda che il Regno Unito lasci l’Unione europea con un accordo.
Nonostante queste cattive previsioni, KPMG stima che il prezzo delle abitazioni avrà un rendimento migliore rispetto alle crisi del 1990 e del 2008. Nella crisi degli anni Novanta c’è stato un calo cumulativo del 20% tra il 1989 e il 1993, con un picco dell’11% nel 1990. Il crollo è stato ancora più pronunciato nel 2008, quando i prezzi sono diminuiti del 15%.
Ma un fattore che fa sì che il prezzo delle case non scenda più rapidamente è la mancanza di abitazioni libere. Lo stock di nuove abitazioni si sta riducendo, il che aiuta a mantenere i prezzi a breve termine.
Infine, il rapporto KPMG afferma che “anche se la Brexit può essere risolta senza problemi, le difficoltà dell’economia globale influenzeranno la crescita economica nel Regno Unito, il che rende le prospettive sui prezzi delle case relativamente negative”, conclude il rapporto.
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