Con la legge di bilancio 2020 nessun rinnovo per l’Ape volontaria. Rinnovata invece per un altro anno l’Ape sociale.
Anticipo pensionistico volontario, le ultimissime novità
L’Anticipo Pensionistico volontario e era una opportunità per agevolare il pensionamento anticipato dei lavoratori, che per lo Stato aveva costo praticamente nullo. La sperimentazione, introdotta lo scorso anno, non sarà evidentemente ripetuta nel 2020 dato che non se ne fa parola nella legge di Bilancio. Rinnovata invece l’Ape sociale, rivolta a categorie di lavoratori particolarmente fragili come disoccupati involontari o che assistano parenti con disabilità.
Anticipo pensionistico, i requisiti
In generale l’Anticipo Pensionistico (Ape), introdotto nel 2017, è destinato a chi abbia raggiunto i 63 anni di età e decida per varie ragioni di ritirarsi dal lavoro. Viene quindi erogato un reddito ponte della durata da 6 a 43 mesi per accompagnare il prepensionato alla data effettiva della pensione, finanziato con un prestito erogato dall’Inps o da banche aderenti, che va poi restituito con un piano di ammortamento ventennale attraverso quote trattenute dalla pensione percepita. L’importo del reddito è compreso tra 150 euro mensili e un massimo calcolato tra il 75 e il 90% della pensione maturata fino al momento della richiesta. Ne beneficiano lavoratori dipendenti pubblici e privati o autonomi iscritti alla gestione Separata Inps (ma non alle casse private) con questi requisiti:
63 anni di età (63 anni e 5 mesi nel 2019) e almeno 20 anni di contributi;
- importo stimato della futura pensione mensile pari o superiore a 1,4 volte il trattamento minimo INPS (per i contributivi “puri” importo di pensione non inferiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale);
- non essere titolare di pensione diretta o di assegno ordinario di invalidità.
L’Ape non esclude il versamento di ulteriori contributi nel periodo della sua ricezione in modo da aumentare il montante contributivo. La versione aziendale dell’Ape è finanziata dai datori di lavoro per consentire il ricambio generazionale tramite prepensionamenti. In particolare, i datori di lavoro aumentano il montante contributivo del lavoratore prepensionato in modo che, aumentando la pensione futura, la restituzione del prestito da parte del lavoratore diventi meno gravosa.
Delle varie versioni dell’Ape resta quindi ora in vigore solo quella sociale, a beneficio delle categorie di cui sopra. Le altre due versioni, volontaria e aziendale, sono invece state sospese.
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