La proprietaria italiana di Marinella, una pizzeria nel popolare quartiere Clot di Barcellona, ha denunciato una campagna intimidatoria contro il suo locale. La facciata del ristorante di questa imprenditrice sarda è stata imbrattata di scritte minacciose perché “colpevole” di aver chiesto di parlare spagnolo con i suoi clienti.
"In Catalogna, in catalano" e "Parla catalano o emigra". Sono questi alcune delle scritte apparse fuori dalla pizzeria, insieme al numero 33, che gli indipendentisti usano per riferirsi all'espressione identitaria “Catalogna catalana”.
Le scritte intimidatorie sono apparse pochi giorni dopo che un cliente aveva denunciato tramite social che la proprietaria della pizzeria "aveva osato" chiedergli di parlare in spagnolo perché non lo capiva bene in catalano. Il post, anche se in seguito l’account è stato cancellato, è stato ricondiviso da molti e in poco tempo è diventato molto popolare.
La proprietaria del ristorante, originaria della Sardegna, ha denunciato che da una settimana continua a ricevere messaggi minatori via e-mail o per telefono e che le vengono commissionati falsi ordine, il che le sta causando anche problemi economici. Non è la prima volta che accade qualcosa di simile. In effetti, numerose aziende e ristoranti hanno subito campagne intimidatorie perché "rei" di parlare spagnolo con i propri clienti.
“Faccio le pizze, non politica. Le lingue mi interessano perché servono a comunicare, non a scontrarsi", ha dicharato la 38enne italiana in alcune dichiarazioni rilasciate a Crónica Global, nelle quali chiede aiuto a vicini e politici contro le minacce dei separatisti.
"Ho affittato questo posto e cerco di guadagnarmi da vivere onestamente. Ho comprato un appartamento a Barcellona. Pago le tasse. E ora sono torturata da una campagna che sta mettendo in crisi i miei affari. Chiedo pubblicamente sostegno", ha aggiunto indignata.
1 Commenti:
Mi dispiace molto che la signora si senta così, un'estranea nonostante paghi le tasse ed abbia investito in Catalogna. La capisco bene perché è proprio come mi sento io quando vado in Sardegna nonostante abbia investito i miei risparmi acquistando una casa trentacinque anni fa. Dopo tanti anni sono sempre " Il Continentale" solo con doveri pagando le tasse e senza diritti perché in Sardegna vengono sempre per primi i Sardi.
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