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Il mese di gennaio si è rivelato molto positivo per l’azionario, soprattutto a stelle e strisce:  Wall Street ha continuato a macinare record seguita dalle borse europee che hanno segnato rialzi anche se più contenuti. La tendenza ha quindi ingolosito molti italiani alla ricerca di nuove possibilità per far crescere i propri risparmi.  Prima di investire in azioni occorre però capire come funziona, quali sono gli strumenti a disposizione e a quali elementi prestare attenzione prima di fare una scelta di questo tipo.

Back to basics: cos’è un’azione

Le azioni sono titoli che rappresentano quote di partecipazione alla proprietà di una società.

È possibile investire in azioni sia in modo diretto, sia attraverso fondi di investimento collettivo. Gli azionisti hanno il diritto di partecipare agli utili e nella maggior parte dei casi di influenzarne le decisioni, sulla base del valore della propria quota. Chi investe nel capitale di una società può guadagnare profitti quando i prezzi delle azioni aumentano e può partecipare alla distribuzione dei dividendi.

 Le azioni ordinarie: sono le normali azioni che rappresentano il possesso di una quota proporzionale dell’equity aziendale. Gli azionisti comuni hanno diritto a ottenere dividendi qualora il consiglio di amministrazione dell’azienda decida di distribuire parte degli utili agli azionisti.

 Le azioni preferenziali: offrono dei diritti privilegiati rispetto agli utili dell’azienda. Molto spesso gli azionisti che le detengono hanno un accesso prioritario alla distribuzione degli utili e dei beni aziendali. Questo privilegio è molto importante in caso di liquidazione o fallimento dell’azienda: in questi casi gli azionisti privilegiati hanno maggiori diritti nella distribuzione degli eventuali beni aziendali in liquidazione.

Come si determina il prezzo di un'azione

Prima di scegliere di investire nel mercato azionario occorre però capire quali sono i fattori alla base dei rialzi e dei ribassi.

Chi investe in azioni lo fa pensando che il valore futuro del titolo sarà superiore a quello del momento di acquisto, pertanto, il mercato azionario riflette le aspettative future degli investitori.

In tutte le borse mondiali il prezzo delle azioni viene regolato sulla base della domanda e dell’offerta: per semplificare, possiamo affermare che il prezzo tende a salire quando c’è una forte domanda e a scendere quando invece gli investitori vendono le proprie quote. Ci sono poi molti altri fattori che possono influenzarne l’andamento e generare volatilità come, ad esempio, i bilanci o la situazione geopolitica, i risultati trimestrali o il sentiment degli investitori che deriva più spesso dell’emotività che dai risultati reali e dalle possibilità di crescita del business di quell’azienda.

I risultati trimestrali sono pubblicati a cadenza prefissata e sono molto attesi dagli analisti e dagli investitori. I dati più importanti da osservare sono: profitti e ricavi, gli utili per ogni azione (EPS), il rapporto tra il prezzo dell’azione e il suo EPS, i dividendi, il numero di clienti e il lancio di un nuovo prodotto o servizio sul mercato.

Sulla base dei risultati trimestrali, del sentiment di mercato e di fattori esterni alla società, la domanda di azioni può però subire delle forti oscillazioni e incidere pesantemente sul prezzo del singolo titolo.

Quali sono le principali borse mondiali

Per operare sul mercato dei titoli azionari, gli investitori utilizzano le borse mondiali come ad esempio la Borsa di Milano, di Parigi o di New York.

Quali sono gli indici di borsa più importanti al mondo

Dow Jones è il più importante indice della borsa di New York e raggruppa i 30 titoli più quotati di Wall Street.

FTSE MiB è un indice delle Borsa Italiana che racchiude 40 titoli italiani ed esteri che presentano un’alta capitalizzazione di mercato.

NASDAQ è l’indice più famoso perché al suo interno sono quotate società statunitensi del comparto tecnologico ( come Microsoft, Google e Facebook).

DAX30 comprende i titoli tedeschi con la più alta capitalizzazione.

FTSE 100 è un indice della borsa di Londra che rappresenta un paniere molto ampio composto da 100 società tra le più capitalizzate.

Investimenti diretti: ecco perché è meglio lasciarli agli esperti

Chi desidera investire in azioni in modo diretto deve aprire un conto titoli attraverso un broker autorizzato. Questo intermediario è solitamente una banca  oppure una piattaforma online che permette di acquistare titoli azionari.  Chi acquista azioni in questo modo deve essere in grado di selezionare in modo accurato i titoli, sperando di riuscire a individuare le migliori azioni. Questo tipo di strategia è destinata però solo ad investitori esperti proprio perché le variabili da tenere d’occhio sono estremamente numerose. Se si acquistano infatti i titoli “sbagliati”, si corre il rischio di incorrere in ingenti perdite. Il successo dipende interamente dalle capacità dell’investitore di selezione i migliori titoli e dalla capacità di scegliere il momento giusto per venderli.

Ogni società emette un certo numero di azioni, ma nel suo ciclo di vita possono accadere alcuni eventi che riducono o aumentano l’offerta di azioni sul mercato e il prezzo. Un aumento di capitale o l’acquisto delle proprie azioni da parte della stessa società, ad esempio, può comportare una diluizione del prezzo delle azioni e/o una riduzione dell’offerta di azioni.

Prima di selezionare quindi una società occorre inoltre conoscerne le prospettive di business in modo approfondito. Si tratta ovviamente di un’attività molto complessa: per questo motivo la maggior parte degli investitori non esperti difficilmente acquista singoli titoli ma tende a prediligere strumenti di investimento collettivo, come i fondi comuni. Un’alternativa ai fondi comuni sono i fondi passivi o Etf (exchange-traded fund). Questi fondi investono su vari indici azionari con l’obiettivo di replicarne la performance.

Investire in fondi azionari: vantaggi e rischi

Alcuni dei vantaggi che si possono ottenere investendo in azioni attraverso i fondi comuni di investimento sono tre:

  • La gestione professionale delle operazioni: mentre investire in azioni direttamente implica che le scelte e le operazioni ricadano sull’investitore, nel caso dei fondi comuni di investimento, il gestore del fondo ha il compito di compiere le scelte. Si tratta di un modo per delegare la gestione dell’investimento a professionisti del settore.
  • Diversificazione per ridurre i rischi: i fondi comuni diversificano l’investimento tra varie aziende, settori e geografie in modo da far sì che il rischio sia distribuito.
  • Liquidità: i fondi comuni sono liquidi e le quote sono facilmente vendibili se si decide di uscire dall’investimento.

Non bisogna però sottovalutare “i contro” di questo tipo di investimento: quando si seleziona un fondo azionario si sta investendo in uno strumento caratterizzato da un elevato livello di rischio. La performance dei fondi comuni di investimento dipende in larga misura dalle scelte del gestore e non è semplice saper individuare i gestori migliori. Un altro aspetto da non sottovalutare è quello dei costi. In Italia i fondi comuni di investimento hanno spesso infatti costi elevati.

Che cosa si intende per volatilità di un'azione

Essere titolari di azioni significa partecipare al rischio d'impresa della società in cui si è investito.

A fronte quindi della potenziale opportunità di rendimenti superiori a quelli di altri titoli (per esempio le obbligazioni) esiste - ed è fondamentale esserne consapevoli - un potenziale pericolo di perdere in tutto o in parte il capitale investito (rischio), ad esempio in caso di fallimento della società con conseguente liquidazione delle sue attività. Uno degli errori più frequenti è quello di entrare “sul mercato” nel momento sbagliato facendosi guidare dalla “sensazione” che una determinata tendenza al rialzo sia destinata a durare a lungo: l’ottimismo in questo caso potrebbe per esempio spingere a sottovalutare i rischi.

L’investimento azionario è caratterizzato da una forte volatilità. I mercati azionari di solito reagiscono, nel breve termine, con forti oscillazioni dei prezzi al rialzo e al ribasso, causate da variazioni significative nel volume degli scambi, più o meno ampie a seconda dell'esposizione delle società agli effetti della crisi. Nel lungo periodo, tuttavia, queste oscillazioni sono destinate a ridursi se le prospettive economiche delle società emittenti sono solide. Ragionare con una logica di lungo termine, quindi, può aiutare a contestualizzare meglio l'impatto di singoli episodi di una crisi nell'ambito di un orizzonte temporale più ampio.

Nelle fasi di turbolenza dei mercati i numerosi investitori che vogliono vendere i propri titoli (ad esempio per contenere le perdite o perché diminuisce la loro propensione ad assumere rischio) non sempre riescono a trovare in tempi brevi investitori disposti ad acquistare al prezzo desiderato. In alcuni momenti, quindi, può diventare difficile disinvestire i propri investimenti se non al costo di accettare perdite significative o di dover aspettare molto tempo.

I quattro errori da cui tenersi alla larga

  • Uno degli errori più frequenti dei risparmiatori italiani viene definito dalla finanza comportamentale come “home bias”, ossia  quella trappola mentale, che ci induce a sopravvalutare ciò che riteniamo familiare e domestico a scapito di tutto ciò che sembra distante e poco conosciuto. L’home bias porta a focalizzarsi e a investire esclusivamente su ciò che è legato alla nazione di residenza ignorando tutto ciò che succede al di fuori dei confini nazionali. Nel caso dell’investimento azionario, questo “errore” porta a investire quasi esclusivamente sul listino di Borsa Italiana e a sottovalutare completamente le opportunità di rendimento presenti su altri mercati.
  • Investire in titoli che sono stati sotto le luci della ribalta negli ultimi periodi. Molti investitori sono attratti da titoli che sono stati molto trattati dai media. Spesso, tuttavia, essere una stella dei media può corrispondere a un aumento del prezzo del titolo che non corrisponde a un effettivo aumento di valore del titolo stesso.
  • Comprare un'azione semplicemente perché recentemente ha registrato un sostanziale abbassamento di prezzo: alcuni investitori partono dal presupposto che un basso prezzo si traduca automaticamente in una buona occasione di acquisto. La maggior parte dei crolli dei prezzi possono essere il risultato di un cambiamento nelle prospettive di quella società. E’ opportuno quindi capire perché c'è stata una caduta del prezzo prima di arrivare a una conclusione (affrettata) che il titolo sia sottovalutato rispetto al suo potenziale valore.
  • Comprare un titolo solo perché l’azienda ha appena lanciato un prodotto o servizio che ci piace: occorre distinguere tra la “bontà”  e quindi il valore del prodotto da quello della società. Il lancio di un buon prodotto potrebbe essere replicabile nel giro di breve da aziende con bilanci più solidi o in grado di produrre o esportare in modo più efficiente sui mercati stranieri. Il prodotto potrebbe essere inoltre ritenuto interessante dal punto di vista del consumatore ma costituire un fallimento per la società in quanto troppo oneroso da produrre o da distribuire.
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