Una pratica sempre più comune è di far coincidere la propria dimora con il proprio ufficio, ma cosa comporta a livello fiscale?
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Gli immobili destinati a uso professionale, come gli studi di avvocati, commercialisti o medici, sono solitamente classificati come uffici (categoria catastale A/10). Questa classificazione influisce sull'applicazione delle agevolazioni IMU. Ma sono previste agevolazioni sull'IMU per gli studi professionali o uffici? Se sono adibiti a dimora, non possono beneficiare di quelle previste per l'abitazione principale, anche se usati dal contribuente come dimora abituale. Lo ha chiarito una recente sentenza della Corte della Cassazione.

Quando la propria residenza è anche ufficio

La sovrapposizione tra residenza e ufficio è un fenomeno sempre più diffuso, in particolare con l'aumento del lavoro da remoto e dell'imprenditorialità indipendente. Le persone che lavorano da casa possono sfruttare uno spazio domestico per svolgere le proprie attività lavorative, eliminando la necessità di recarsi in ufficio. Ciò può comportare una maggiore flessibilità nei tempi e nei modi di lavoro, ma può anche presentare sfide in termini di separazione tra vita personale e professionale.

La sovrapposizione tra residenza e ufficio può richiedere una pianificazione attenta dello spazio e una disciplina per mantenere un equilibrio sano tra lavoro e vita privata. La decisione di vivere e lavorare nello stesso spazio può avere implicazioni fiscali significative, specialmente per quanto riguarda il calcolo dell'Imposta Municipale Propria (IMU).

calcolo imu
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Residenza e ufficio: il dubbio sulle agevolazioni fiscali

Una recente questione presentata alla Corte di Cassazione riguarda la possibilità che un'abitazione, classificata catastalmente come ufficio, possa essere considerata abitazione principale ai fini fiscali, consentendo così al proprietario di usufruire delle agevolazioni IMU riservate alle residenze principali.

Tuttavia, la legge fiscale potrebbe definire criteri specifici per qualificare un'abitazione come residenza principale, indipendentemente dalla sua classificazione catastale. Questi criteri potrebbero includere il tempo trascorso nella residenza, la registrazione anagrafica, o altri fattori che indicano l'effettivo uso dell'immobile come residenza principale del contribuente.

La questione sollevata potrebbe richiedere un'analisi approfondita della normativa fiscale locale e nazionale, nonché delle specifiche circostanze dell'individuo che vive e lavora nello stesso spazio. In alcuni casi, potrebbe essere necessario fornire prove documentali o dimostrare l'effettivo utilizzo dell'immobile come residenza principale per ottenere le agevolazioni fiscali previste.

In definitiva, la decisione di vivere e lavorare nello stesso spazio può avere implicazioni fiscali complesse e richiedere una consulenza professionale per garantire la piena conformità alle leggi fiscali e massimizzare i benefici fiscali disponibili.

planimetria di una casa a piano terra
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Studio professionale adibito a dimora: spetta l’esenzione IMU?

Una sentenza della Cassazione (la n. 9496 del 2024, quindi recente) ha chiarito che gli immobili registrati come uffici o studi professionali non possono usufruire delle agevolazioni fiscali riservate alla prima casa, anche se chi li possiede ci vive stabilmente. Di conseguenza si paga l'IMU per un ufficio usato come abitazione abituale, senza riduzione.

Il caso esposto in questione riguarda nello specifico la sovrapposizione tra residenza e ufficio in uno stesso immobile, una pratica comune tra i professionisti. Un contribuente aveva dichiarato il proprio studio come residenza principale, rivendicando un'aliquota IMU ridotta. Tuttavia, la Cassazione ha chiarito che la destinazione catastale dell'immobile è determinante per le agevolazioni fiscali, anche se utilizzato come abitazione principale.

La sentenza sottolinea che l'uso effettivo come residenza non è sufficiente per ottenere le agevolazioni se la classificazione catastale non corrisponde. Pertanto, il contribuente avrebbe dovuto contestare il classamento originario in A/10 se voleva beneficiare delle detrazioni come abitazione principale.

Questa decisione è supportata da precedenti giurisprudenziali che confermano che gli immobili classificati come uffici non possono usufruire delle agevolazioni fiscali previste per le prime case, anche se utilizzati come abitazioni principali. Inoltre, è responsabilità del proprietario richiedere la modifica della categoria catastale per allineare la documentazione all'uso reale dell'immobile per poter beneficiare delle agevolazioni fiscali connesse all'IMU per la prima abitazione.

In sintesi, è stato ufficialmente dichiarato che l’immobile non può avere destinazione abitativa e beneficiare delle agevolazioni ai fini IMU se è censito nel catasto dei fabbricati alla categoria A/10, e quindi a uso ufficio, anche se utilizzato come dimora abituale dal contribuente.

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