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Gli italiani tornano al variabile, e bankitalia mette in guardia gli istituti di credito: è necessario avvisare in modo adeguato la clientela sui rischi connessi a questa tipologia di prestito. Secondo le rilevazioni della banca centrale, nel terzo trimestre 2009 il 70% delle nuove erogazioni effettuate sono a tasso variabile. Qualcosa di simile era già accaduto nel 2004, quando la quota aveva raggiunto il 90% del totale. A scoraggiare la scelta del fisso sarebbe anche il costo del credito, sproporzionato rispetto al resto d¿europa. In Italia i tassi medi praticati per i mutui a tasso variabile si collocano intorno al 3%, in linea con la media ue del 2,5%. Per i mutui a tasso fisso, invece, il nostro paese viaggia tra il 4,5 e il 5% contro una media europea inferiore al 4%. Lo stesso discorso vale per i prestiti, dove gli interessi praticati sono rimasti ai livelli pre-crisi

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