Non c’è solo la fuga dei cervelli che cercano lavoro fuori dall’Italia. Secondo l’ultimo Rapporto della Fondazione Migrantes, dal 2006 a oggi, la percentuale degli over 65 che si trasferiscono all’estero è aumentata del 103,5%. Scopriamo quali sono le mete preferite per trascorrere gli anni della pensione dagli italiani.
Secondo i dati forniti dalla fondazione che fa capo alla Cei, e analizzati da Repubblica, Portogallo e Tunisia, sono i Paesi preferiti dai pensionati italiani che scelgono di trasferirsi all’estero. Tuttavia, dallo studio emerge anche che, in termini percentuali, gli incrementi maggiori di pensioni pagate all’estero dall’Inps si registrano in Ucraina e Romania.
Le due nazioni dell’Est fanno registrare rispettivamente più 3.680 e più 3.391, seguite dal Portogallo. Ma aumenti considerevoli sono stati rilevati anche anche in Moldavia, Portorico e Tunisia.
Tuttavia, è bene leggere anche tra le righe dei numeri, perché molti lavoratori e lavoratrici che erano emigrati in Italia hanno fatto rientro dopo la pensione in Ucraina, Romania, Moldavia, ma anche Polonia.
Al contrario le pensioni erogate dall’Inps a residenti in Portogallo, Tunisia, ma anche in Spagna e Grecia, sono dirette a cittadini italiani che decidono di pagare meno tasse, vivere in un luogo dal clima più mite e con un minore costo della vita.
A questo proposito, il recente aumento della tassazione in Portogallo sta favorendo la Tunisia. Nella nazione nordafricana, inoltre, è in vigore una tassazione di favore per i pensionati ex Inpdap (gli impiegati pubblici) che di regola non possono godere dei benefici fiscali trasferendosi all’estero, perché la loro contribuzione previdenziale ha una natura diversa da quella dei dipendenti privati.
Tuttavia, con la Tunisia c’è un trattato che garantisce ai pensionati pubblici lo stesso trattamento di quelli del settore privato, tanto che costituiscono il 68% del totale dei pensionati italiani che vivono nel Paese nordafricano.
Gli altri Paesi che garantiscono lo stesso trattamento fiscale ai pensionati ex Inpdap, ricorda il Rapporto della Fondazione Migrantes, sono Australia, Cile e Senegal, che, per ragioni culturali, e di vicinanza territoriale, “non registrano praticamente trasferimenti di pensionati pubblici”, si legge nel report.
C’è poi anche il fattore linguistico e culturale che aiuta. Nel centro linguistico Cial di Faro, in Algarve, che lavora tutto l’anno con gli stranieri che si trasferiscono in Portogallo, gli italiani sono classificati come “falsos iniciantes” per via delle similitudini tra le due lingue. E del resto, osserva Venti, «nella mia città, su 20 mila residenti, 1.200 sono italiani». Mentre in Tunisia, spiega D’Ascia «quasi tutti parlano l’italiano, grazie a RaiUno, tutti conoscono Raffaella Carrà e Pippo Baudo. Quasi nessuno usa l’arabo classico, si parla un dialetto che ha anche qualche parola italiana, e molte francesi. E c’è quella voglia di comunicare che in Italia s’è persa da tempo».
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