La città di Bologna, tra i più importanti capoluoghi d’Italia, è famosa per la sua storia e il suo vasto patrimonio culturale. Ciò che un tempo proteggeva la città è mutato profondamente negli anni: le cinte murarie hanno perso la loro funzione originale, ma le antiche vie d’ingresso sono ancora in piedi e rappresentano una delle attrazioni più affascinanti da visitare. Secoli addietro, queste strutture erano una tappa obbligata per commercianti e viaggiatori. Oggi, rispetto alle 12 porte originarie, è possibile ammirarne 10. Ecco quali sono le porte di Bologna e che storie hanno da raccontare.
Porta Castiglione
Situata a sud-est della città come ingresso per chi giungeva dall’Appennino, Porta Castiglione è una delle vie d’accesso ai colli di Bologna e in passato ricopriva un ruolo fondamentale per gli approvvigionamenti locali, fornendo energia idraulica e sostentamento a molti abitanti.
Costruita nel XIII secolo in prossimità del canale di Savena, questa porta era di vitale importanza per gli opifici della zona. Il suo aspetto attuale è dovuto a un importante restauro, risalente al 1850.
Porta Galliera
La porta più settentrionale di Bologna, detta anche Porta della Rocca ostile per via della sua vicinanza alla fortezza voluta dal cardinale Bertrando del Poggetto, è Porta Galliera che oggi si trova nel piazzale antistante l’attuale stazione dei treni. Storico raccordo verso la pianura e verso Ferrara, era originariamente collegato direttamente alla fortezza papale costruita nel XIV secolo (in seguito distrutta dai bolognesi in un moto di ribellione).
Oggi Porta Galliera è un punto di riferimento assoluto per i cittadini e i viaggiatori, senza dubbio una delle cose da vedere a Bologna: un luogo che ha visto il fuoco delle rivolte e ricorda i bolognesi caduti durante le insurrezioni con una lapide commemorativa.
Porta Lame
A ovest di Bologna si trova un’altra porta di grande importanza per la sua vicinanza all’antico porto fluviale. Il nome “lame” deriva dal latino (stagno, palude) ed è stato scelto proprio per indicare l’accesso ai tanti specchi d’acqua della bassa pianura.
Sul prato nei pressi della porta Lame si trovano delle statue commemorative a simboleggiare l’importante battaglia combattuta (e vinta) nel 1944 dai partigiani contro le truppe nazifasciste. L’attuale struttura di Porta Lame risale al XVII secolo, ma è stata più volte ricostruita con l’obiettivo di preservare il suo stile barocco.
Porta Mascarella
Ancora a nord si trova una delle porte più antiche di Bologna: Porta Mascarella fu edificata tra il XII e il XIII secolo, mantenendo la sua struttura originaria nonostante i molti rimaneggiamenti.
Questa porta era famosa in particolar modo come viatico per il trasporto del sale, un bene di grande importanza e valore per l’economia e la conservazione degli alimenti.
Porta Maggiore o Porta Mazzini
Posta a presidio della storica via Emilia, verso la Romagna e nella zona orientale di Bologna, l’imponente Porta Maggiore (detta anche Porta Mazzini) è stata eretta nel XIII secolo e rappresentava anch’essa un importante snodo commerciale e popolare per la città.
Oltre ad aver subito diversi interventi di restauro, nei primi anni del ‘900 la porta ha rischiato di essere abbattuta. Soltanto un lungo dibattito popolare, avvenuto a demolizione iniziata, permise di fermare i lavori per avviarne il restauro. Oggi dalla Porta Maggiore si dirama un portico che congiunge Santa Maria degli Alemanni con il centro.
Porta San Donato
Lungo la strada verso le valli d’Argenta e Ferrara, a nord-est della città, si trova Porta San Donato, che apre sull’omonimo quartiere e dà accesso alla zona universitaria, via Zamboni e via Irnerio.
Quel che resta della struttura originaria, edificata nel XIII secolo, è stato in ampia parte ridimensionato per favorire e agevolare la viabilità moderna, ma un tempo questa porta era dotata di un ponte levatoio. Nonostante il rischio di demolizione, la struttura è sopravvissuta al tempo ed è stata integrata adeguatamente nel tessuto urbano.
Porta San Felice
Celebre transito degli eserciti in marcia verso l’occidente ostile, l’imponente Porta San Felice (detta anche “Porta della guerra”) ha sempre ricoperto un ruolo di prestigio per la zona sud-ovest di Bologna, ospitando gabellieri e guardie cittadine.
Risalente al XIII secolo, Porta San Felice era anche l’ingresso principale per i viaggiatori da Modena. Posta lungo il tracciato della via Emilia, i suoi torrioni laterali svettano sull’area circostante. Un tempo la porta disponeva di cancelli e ponte levatoio, strutture di difesa poi rimosse.
Porta San Vitale
Lungo la strada verso Ravenna si trova Porta San Vitale – il cui nome deriva dal santo celebrato proprio a Ravenna, che per secoli ha influenzato direttamente le città vicine dal punto di vista ecclesiastico.
Eretta anch’essa nel XIII secolo, compresa di alloggi per il capitano, torrione e ponte levatoio, questa porta fungeva da principale accesso per mercanti e viandanti. Si trattava di un importante snodo per gli eserciti durante il Rinascimento, vista la sua prossimità alle caserme.
Porta Santo Stefano
Verso il passo della Futa, a collegare direttamente la città con i Giardini Margherita, si trova Porta Santo Stefano. Si tratta di una delle strutture che si sono mantenute meglio nel corso dei secoli: situata lungo l’antica via che conduceva a Firenze (non a caso viene definita anche “Porta per la Toscana”), ospita oggi diversi edifici costruiti nell’800 e chiamati “barriera gregoriana”.
La struttura originaria risale al XIII secolo, ma è stata più volte ristrutturata per riparare i gravi danni causati dall’assedio del 1512.
Porta Saragozza
L’ultima delle porte monumentali fortificate si trova a sud, dando accesso al portico più lungo al mondo che conduce al santuario della Madonna di San Luca (dove dal 2004 è possibile visitare anche un importante museo omonimo). Da qui passa una processione storica che risale al ‘400 e arriva fino al centro di Bologna.
Il nome di Porta Saragozza lascia intuire un legame con le terre iberiche: ciò è dovuto, con molta probabilità, alla presenza del vicino Collegio di Spagna.
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