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Quanto rendono gli immobili in Italia? I dati regione per regione
AdE

Nel rapporto a cura di Agenzia delle Entrate e Ministero delle Finanze relativo agli immobili in Italia 2019 sono riportati i dati sul reddito dei proprietari di fabbricati. Ecco come sono distribuiti i dati regione per regione.

Secondo quanto riportato dai dati, l’82% dei proprietari di immobili percepisce un reddito da lavoro dipendente o da pensione e il VIP (Valore imponibile potenziale) e il VSM (Valore di mercato stimato) aggregato per queste categorie rappresentano – in entrambi i casi - il 75% circa dell’ammontare totale di tale reddito. I proprietari che dichiarano come reddito prevalente quello da fabbricati sono circa il 6% del totale e possiedono - in aggregato - abitazioni con un valore di mercato pari poco meno del 12% del valore totale.

In aggregato, il reddito medio dei proprietari di abitazioni è pari a poco più di 24 mila euro; il VIP medio è pari a poco meno di 101 mila euro e il VSM medio a più di 190 mila euro. In media, il valore delle abitazioni stimato ai prezzi correnti di mercato relativamente ai proprietari che percepiscono in prevalenza redditi da fabbricati è più elevato, seguono in ordine decrescente i lavoratori autonomi, i pensionati e da ultimi i lavoratori dipendenti.

Il 51% circa dei proprietari di abitazioni risiede al Nord, il 23% al Centro e il 26% al Sud e nelle Isole. In tutte le macro-aree i proprietari sono per la maggior parte lavoratori dipendenti e pensionati. È interessante notare che i percettori di pensione hanno abitazioni di valore mediamente più elevato dei lavoratori dipendenti, e le ragioni possono essere molteplici, benché in linea teorica ci si dovrebbe attendere un valore stimato delle abitazioni crescente nel tempo. Come negli anni precedenti, il Centro registra i valori di mercato e di conseguenza l’imponibile IMU totale mediamente più elevati, a fronte di redditi mediamente più bassi del Nord e lievemente più alti del Sud e isole

Per quanto riguarda i flussi di redditi derivanti dai contratti di locazione complessivamente nel 2016 i proprietari persone fisiche locatori di immobili, in Italia, sono risultati 4,3 milioni, in lieve diminuzione rispetto al 2014 (-426 mila soggetti). Analogamente, il numero di contratti di locazione stipulati nel 2016 (5,6 milioni) si riduce rispetto al 2014 (-214 mila unità).

Aumenta il canone annuo medio che passa dai circa 9,7 mila euro del 2014 a 10,3 mila euro del 2016. Il 49% dei locatori si trova al Nord e rispettivamente il 24% al Centro e al Sud. Il 64% dei locatori dichiara di guadagnare un reddito tra i 10 mila e i 50 mila euro, mentre il 22% dichiara un reddito fino a 10 mila euro. Il canone medio cresce al crescere del reddito.

Il reddito da locazione medio annuo più elevato si rileva al Centro (11,6 mila euro) dove i valori immobiliari sono maggiori, segue il Nord (10,7 mila euro) e infine il Sud e le Isole (8,6 mila euro). Rispetto al 2014, il canone medio 2016 è aumentato in tutte le aree geografiche ma soprattutto nelle regioni del Sud Italia. Nei Comuni con oltre 250.000 abitanti i locatori sono circa il 18% del totale e il canone annuo medio è pari a quasi 15 mila euro. Seguono i Comuni con un numero di abitanti compreso tra 50 mila e 250 mila abitanti, in cui il canone annuo medio è di 10,5 mila euro; i Comuni con classe demografica tra 5 mila e 50 mila abitanti (9,3 mila euro di canone annuo medio) ed infine i Comuni con una popolazione inferiore ai 5 mila abitanti (8 mila euro di canone annuo medio).

Nella mappa, i dati relativi al reddito complessivo medio annuo per regione in euro, compresi della quota legata al reddito da immobili.

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