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Il governo fa parziale marcia indietro sul deficit/Pil e la tempesta pare allontanarsi dal debito italiano, con gli investitori che tornano a dare fiducia ai Btp. Dopo le impennate dello spread dei giorni scorsi e gli affossamenti dei titoli bancari in Borsa, e soprattutto in vista di una più che probabile bocciatura della manovra da parte dell’Europa in caso di rapporto superiore al 2,4% per tre anni, il Ministro Tria ha comunicato il compromesso raggiunto: il deficit sarà al 2,4% del Pil solo per un anno, poi riprenderà la graduale discesa. Decisione che sarà probabilmente compensata da altre misure, tra cui il possibile taglio degli sgravi fiscali. Di conseguenza, lo spread è rientrato a livelli meno allarmanti e i titoli di Piazza Affari hanno tirato un sospiro di sollievo. Ma a che punto si trova il debito italiano?

Il debito esplosivo dello Stato italiano

Secondo dati Bloomberg riportati da Money.it, l’Italia ha un debito pari a 2.424,105 miliardi di euro. Una cifra che non è pesante soltanto in sé, ma anche a causa dell’entità del capitale da rimborsare, pari a 276,838 miliardi, e degli interessi da 49,631 miliardi. In totale, entro il 2024 il Paese dovrebbe rimborsare qualcosa come 1.498,29 miliardi di euro, di cui 431,185 miliardi entro la fine del 2019. Creare altro debito per rimborsare il debito non fa che far esplodere la situazione, ed è per questo che l’Europa e gli investitori si dicono particolarmente preoccupati quando a intentare queste manovre è l’Italia, che non ha una struttura economica tale da permettersi impunemente una mossa di questo genere (che, invece, è stata costantemente implementata da Paesi come la Francia senza che nessun allarme venisse lanciato).

Il rischio Italia per gli analisti

Secondo l’ultimo report di Ostrom AM, il rischio Italia per gli investitori finanziari è dato soprattutto, da un lato, dall’entità del debito e dalla possibilità che venga innalzato di un altro decimo di punto percentuale, dall’altro dalla scarsa possibilità che lato crescita si possa fare molto, dato che lo scenario economico italiano non appare, agli occhi degli analisti, tale da rassicurare su questo punto. A ciò si aggiunga – secondo Ostrum AM - il possibile aumento di spesa pubblica per le infrastrutture, una possibile dimissione del Ministro Tria dopo l’approvazione della legge di bilancio, il probabile taglio di rating sui titoli di Stato .

Visione un po’ più ottimistica invece da parte di Laurent Clavel, responsabile della ricerca macroeconomica di Axa Im, che ha notato in un recente report come la decisione di mantenere il deficit/Pil al 2,4% in sé porti il parametro solo leggermente al di sopra delle attese degli analisti di Axa Im stessa, ovvero del 2,2% nel 2019 e del 2,6% nel 2020, restando peraltro sotto il 3% richiesto dall’Europa. In attesa di maggiori dettagli sulla manovra, aggiunge Clavel, è però da attendersi un taglio del rating da parte di Moody’s e Fitch che dovranno pubblicare i loro nuovi giudizi per la fine di ottobre, e allo stesso modo ci si attende un downgrade dell’outlook in negativo da parte di S&P. Eppure l’Italia, nota ancora Clavel, non è il solo Paese a contravvenire ai diktat della Commissione Europea, tant’è vero che la Francia, come detto, ha a propria volta rivisto al rialzo le proprie stime di deficit/Pil. A differenza dell’Italia, però, tale rialzo si accompagna in Francia con una riduzione della quota di tasse dirette e indirette al 44,2% del Pil nel 2019 dal 45% del 2018, con una spesa pubblica che è al 54,6% nel 2018 e sarà del 54% nel 2019.

Segnali di fiducia sul debito italiano

In ogni caso, non sono tutte nubi in capo al nostro Paese dal punto di vista del debito. Da un lato, infatti, attendiamo per il prossimo 15 ottobre la pubblicazione dei dati ufficiali sul debito pubblico in agosto, ma le stime di Mazziero Research, che ha appena aggiornato il suo Osservatorio sul debito, vede un dato in calo dai massimi di luglio (2342 miliardi di euro) a 2329 miliardi in agosto, 2332 in settembre, 2320 in dicembre.

D’altro canto, UBS Wealth Management ha segnalato, come riportato dal Financial Times, di avere una visione rialzista sui titoli di Stato italiani a due anni, nonostante, o forse proprio a causa, del recente crollo del valore dei titoli stessi dovuto ai timori sulla manovra. La banca d’affari ha dato così un segnale di fiducia al debito italiano, che non è previsto in default per almeno due anni, consigliando ai propri clienti di aumentare in portafoglio il peso delle obbligazioni di Stato del Belpaese, che, secondo l’opinione degli analisti svizzeri, manterranno il livello “investment grade” almeno per altri 12 mesi. Il pericolo di bufera, quindi, pare per adesso scongiurato per il debito italiano.

 

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