Crescita del Pil prevista in netto rallentamento rispetto all’anno scorso. Lo dicono le ultime stime Istat.
Secondo l’istituto statistico italiano, nel 2019 il prodotto interno lordo è previsto in crescita dello 0,3% in termini reali, in deciso rallentamento rispetto all’anno precedente.
A fornire l’unico contributo positivo alla crescita nell’anno corrente sarebbe la domanda interna al netto delle scorte (0,3 punti percentuali), mentre l’apporto della domanda estera netta e quello della variazione delle scorte risulterebbero nulli.
Una crescita di mezzo punto percentuale (sempre in calo rispetto al 2018) è prevista dalla spesa delle famiglie in termini reali, mentre il processo di ricostituzione dello stock di capitale delle imprese è visti in rallentamento in misura significativa. La riduzione coinvolgerebbe sia gli investimenti in macchinari e attrezzature sia quelli in costruzioni. Nel complesso, gli investimenti fissi lordi sono previsti in crescita dello 0,3%.
La decelerazione dei ritmi produttivi inciderebbe anche sul mercato del lavoro. Nel 2019 si prevede che l’occupazione rimanga sui livelli dell’anno precedente (+0,1%) mentre si registrerebbe un lieve aumento del tasso di disoccupazione (10,8%). Le retribuzioni lorde per unità di lavoro dipendente sono attese evolvere in linea con il deflatore della spesa delle famiglie residenti (+0,9%).
L’attuale scenario di previsione è caratterizzato da alcuni rischi al ribasso rappresentati da una ulteriore moderazione del commercio internazionale e da un possibile peggioramento delle condizioni creditizie legato all’aumento dell’incertezza e all’evoluzione negativa degli scenari politici ed economici internazionali.
“C’è una luce in fondo al tunnel ma è spenta, - commenta Maurizio Mazziero, fondatore del centro di ricerca macroeconomica Mazziero Research, con una citazione. - Il PIL del 1° trimestre al +0,2%, ancora provvisorio, ha migliorato in modo sensibile le stime di crescita annua che potrebbero arrivare allo 0,4%, pur considerando un modesto arretramento nel 2° trimestre. Anche la produzione industriale è ripresa, ma già si avverte un rallentamento che potrebbe rappresentare sia una fisiologica pausa sia l’esaurimento della fase di ricostituzione delle scorte, in calo sul finire del 2018, e quindi preludere a una nuova stagnazione”.
“In uno scenario di questo tipo – prevede Mazziero, - confermiamo che la manovra correttiva di autunno ci sarà, per l’anno prossimo si renderà necessario l’aumento IVA, seppur mitigato, e si profila all’orizzonte una patrimoniale che potrebbe essere demandata a un futuro governo tecnico”.
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