Spesso prendersi cura di famigliari non autosufficienti, disabili o anziani, può richiedere sforzi economici (e non solo) ingenti. Per questo è previsto l’assegno di cura, da non confondere però l’assegno di accompagnamento o la pensione di invalidità (entrambi erogati dall’Inps).
Tra l’altro, chi percepisce l’indennità di accompagnamento può ottenere anche l’assegno di cura, sono infatti due prestazioni diverse e assolutamente compatibili.
Requisiti per l’assegno di cura
Come detto, l’assegno di cura è una misura che offre un sussidio per l’assistenza di anziani e persone disabili si rivolge a tutti gli anziani e persone disabili che non sono in grado di deambulare o comunque non autosufficienti.
Ogni Regione ha la piena autonomia nei criteri di assegnazione (non è previsto da tutti i Comuni e Regioni d’Italia), visto che ancora non esiste un regolamento nazionale (è consigliabile chiedere informazioni agli uffici Urp, un Caf o un Patronato. Tendenzialmente, però, i requisiti per l’assegno di cura sono i seguenti:
- reddito Isee inferiore a un importo stabilito;
- certificato medico che dichiari la non autosufficienza;
- disabilità fisica o demenza;
- presenza o meno di collaboratori domestici e badanti.
Come si presenta la domanda
Come evidenziato, non essendoci un regolamento nazionale unico, per presentare la domanda per l’assegno di cura, è necessario consultare i bandi comunali o regionali per conoscere scadenze, documenti necessari e passaggi burocratici in base ai quali verrà stilata la graduatoria (gli assegni di cura vengono erogati fino ad esaurimento dei fondi disponibili).
L’importo dell’assegno di cura
Anche in questo caso, in mancanza di una legge nazionale, non c’è un importo fisso per l’assegno di cura, che varia a seconda delle regioni. In ogni caso, il minimo parte da una base di 50 euro. Ogni regione si basa l’Isee della persona da assistere, le patologie di cui soffre, la presenza o meno di un badante.
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