Dal 4 gennaio parte la vendita a prezzi scontati in tutta Italia
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Saldi invernali 2020, calendario e consigli per lo shopping sicuro
GTRES

Con il nuovo anno, puntuali, arrivano anche i saldi invernali. In Basilicata, Sicilia e Valle d’Aosta sono già iniziati, mentre nel resto d’Italia partiranno sabato 4 gennaio 2020. Vediamo qualche consiglio utile per uno shopping sicuro.

L’ideale, per assicurarsi che i capi esposti non siano fondi di magazzino e venga applicato un prezzo realmente scontato, sarebbe fare qualche giro di ricognizione prima della partenza dei saldi invernali. In ogni caso, i negozi sono tenuti a esporre per legge nel cartellino sia il prezzo di listino sia quello ridotto con tanto di percentuale di sconto (inoltre sarebbe anche opportuno separare la merce a prezzo pieno da quella in saldo). Il consiglio è di diffidare da offerte “troppo vantaggiose”, ad esempio dal 60% in su, potrebbero nascondere capi vecchi o contraffatti.

Va anche tenuto presente, però, che i negozi non sono tenuti dalla legge a far provare i capi d’abbigliamento prima dell’acquisto. E anche la possibilità di cambiare la merce, a meno che non sia “difettata”, dipende dalla discrezionalità del commerciante stesso. Per questo, se il negozio dove si stanno facendo acquisti lo permette, l’ideale sarebbe provare i vestiti e chiedere prima del pagamento le modalità per un eventuale reso o sostituzione.

Generalmente, però, quasi tutti i negozi di abbigliamento consentono ai clienti di provare i capi. Tanto che, il contrario spesso è un chiaro segnale di scarsa trasparenza. Attenzione anche alle indicazioni di lavaggio che compaiono sulle etichette dei vestiti, qualora non ci fossero si potrebbe andare incontro a spiacevoli sorprese alla prima lavatrice.

Sempre parlando di sostituzione merce, non tutti sanno che il D.Lgs. n. 24/2002 stabilisce un periodo di garanzia di due anni per i prodotti nuovi e di un anno per quelli usati (la norma è valida anche per la merce acquistata in saldo). Non solo, quindi, va conservato lo scontrino, ma sarebbe prudente fotocopiarlo, visto che le ricevute in carta chimica tendono a sbiadire dopo pochi mesi, se si vuole chiedere al negoziante la sostituzione del prodotto difettoso o un vizio di conformità entro i 24 mesi dall’acquisto.

In alternativa, la legge prevede anche l’opzione della riparazione o di una riduzione proporzionale del prezzo o ancora scegliere la risoluzione del contratto. “Da precisare - come sottolinea Adnkronos - che l’opzione scelta non deve risultare eccessivamente onerosa o oggettivamente impossibile per il venditore. Il bene deve essere conforme al contratto di vendita o comunque alle descrizioni rilasciate: nel caso in cui questo non avvenga, il cliente può chiedere il rimborso del prezzo pagato”.

 
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