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Riforma delle pensioni, perché è sempre più in bilico la proroga di opzione donna
pasja1000 da Pixabay

Il governo Draghi, per il 2022, è chiamato alla riforma delle pensioni. E se è ormai certo il superamento di quota 100, sembra sempre più a rischio la possibilità di un’ulteriore proroga di opzione donna per le pensioni anticipate al femminile. Scopriamo le ipotesi in campo.

Cos’è e come funziona opzione donna

La pensione con opzione donna è alternativa sia alla pensione anticipata classica con almeno 41 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall'età anagrafica, che alla pensione di vecchiaia che prevede il raggiungimento di un'età anagrafica pari a 67 anni unitamente a 20 anni di contributi.

La pensione anticipata con opzione donna si rivolge alle lavoratrici iscritte all'assicurazione generale obbligatoria e ai fondi sostitutivi o esclusivi (dipendenti del settore privato; pubblico impiego e lavoratrici autonome) che abbiano versato contributi a partire dal 31 dicembre 1995.

La pensione opzione donna, per il 2021, può essere richiesta dalle lavoratrici dipendenti con 58 anni di età (59 anni le autonome) e 35 anni di contributi alla data del 31 dicembre. In sostanza, la pensione anticipata è rivolta alle dipendenti nate entro il 31 dicembre 1962 e delle autonome nate entro il 31 dicembre 1961 a condizione, per entrambe le categorie, che sia raggiunto entro il 31 dicembre 2020 il requisito contributivo di 35 anni.

L'assegno pensionistico con opzione donna viene erogato dopo 12 mesi dalla maturazione dei requisiti per le dipendenti e 18 mesi per le autonome. Con il passaggio al sistema di calcolo totalmente contributivo, le lavoratrici subiscono mediamente una decurtazione sull'assegno che oscilla intorno al 20-30% rispetto alle regole del sistema misto (ma molto dipende dall'età della lavoratrice e dalle caratteristiche di carriera, retribuzione ed anzianità contributiva maturata).

Proroga a rischio

A mettere seriamente a rischio la proroga di opzione donna è stato il parere dell’Ocse contenuto nell’Economic Outlook sull’Italia di settembre 2021, che ritiene le attuali misure di pensione anticipata agevolata siano troppo costose per entrare a regime, comportando un rischio sociale di povertà dei pensionati.

Il peso maggiore, in tema di riforma delle pensioni, è quello di quota 100, che non verrà confermata come già si sa. Ma anche opzione donna (che veniva considerata una delle formule meno costose per via della forte penalizzazione sull’assegno pensionistico), si fermerebbe alle lavoratrici che maturano il requisito entro fine 2021, senza possibilità di proroga in secondo l’Ocse, questo pre pensionamento aumenterebbe il rischio di povertà nella terza età.

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