Per le festività di fine anno, gli italiani progettano di spendere in media 223 euro per i regali di Natale, il 13% in più dello scorso anno. A dare la spinta, però, è anche l'aumento dei prezzi, infatti, al netto dell'inflazione sui beni, l'incremento di spesa sul 2022 si riduce al +6%. Sono i segnali che arrivano dal consueto sondaggio Confesercenti-IPSOS. Dopo un anno di alti e bassi, il mese di dicembre dovrebbe chiudersi con il segno più per i consumi, anche se non mancano le criticità per le piccole e medie imprese del commercio. A partire dalla concorrenza dei giganti internazionali dell'eCommerce, quest'anno posizionati per vincere la sfida dei regali di Natale. E pure la ripresa dei consumi del 2024 rischia di essere più lenta delle attese, anche per effetto degli elevati tassi di interesse.
Alla fine del 2023, i consumi delle famiglie italiane dovrebbero segnare un aumento del +1,2%, rispetto al 2022. Un risultato positivo, anche se leggermente inferiore alle attese della Nadef dello scorso settembre e soprattutto dovuto principalmente alla buona performance della prima metà dell'anno: nel confronto con il 2022, i consumi sono cresciuti del +3,7% e del +1,2% nel periodo gennaio-marzo e aprile-giugno, mentre sono diminuiti del -0,2% nel trimestre estivo.
In presenza di un'ulteriore caduta reale dei redditi da lavoro (-1,3% nel 2023, che porta a una flessione cumulata del 2,5% rispetto al 2021), la dinamica dei consumi è stata sostenuta dalla forte riduzione della propensione al risparmio, scesa sui livelli più bassi degli ultimi 35 anni. Una condizione che probabilmente verrà meno nel corso del 2024, quando a fronte di elevati tassi di interesse, le famiglie italiane saranno nuovamente indotte ad aumentare il proprio risparmio, con una crescita dei consumi che si fermerebbe di conseguenza allo 0,8%, cinque decimi di punto in meno rispetto a quanto prospettato nella Nadef, pari a 4,2 miliardi di euro.
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