A febbraio i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l'acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, si sono collocati al 4,31%, in calo dal 4,38% di gennaio. Lo comunica la Banca d'Italia nella Pubblicazione "Banche e moneta: serie nazionali". Nella Bank lending survey, Bankitalia ha evidenziato inoltre una netta contrazione della richiesta di mutui da parte delle famiglie
La quota di questi prestiti con periodo di determinazione iniziale del tasso fino a 1 anno ? stata del 17% (22% nel mese precedente). Il TAEG sulle nuove erogazioni di credito al consumo si è collocato al 10,59% (10,75 nel mese precedente).
I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 5,34% (5,48 nel mese precedente), quelli per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 5,81%, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati al 5%. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari all01,02% (1% nel mese precedente).
In calo la domanda di nuovi mutui da parte delle famiglie
In Italia le banche non hanno sostanzialmente modificato nel primo trimestre i criteri di offerta di prestiti, ma dopo gli inasprimenti passati sulla scia della stretta operata dalla Bce si è verificato un nuovo calo della domanda delle imprese e una netta contrazione della richiesta di mutui delle famiglie, che invece chiedono più credito al consumo. E' la fotografia descritta dalla parte di indagine che la Banca d'Italia effettua per contribuire alla rilevazione trimestrale di Bce e Eurosistema (Bank lending survey).
Termini e condizioni generali sui finanziamenti bancario alle aziende sono stati lievemente irrigiditi, principalmente attraverso un aumento dei tassi di interesse praticati sui prestiti; i margini sono stati ampliati sui finanziamenti concessi alla clientela percepita come più rischiosa. I criteri di offerta sui prestiti alle famiglie per l'acquisto di abitazioni sono rimasti invariati, riporta Bankitalia: il leggero aumento nella percezione del rischio è stato compensato dalla maggior pressione concorrenziale da altre banche. Quest'ultimo fattore, si legge, ha contribuito a rendere più favorevoli i termini e le condizioni. Le politiche di offerta relative al credito al consumo sono state nel complesso irrigidite.
Per il secondo trimestre le banche si attendono un lieve allentamento dei criteri di offerta sui prestiti alle società non finanziarie, mentre quelli alle famiglie rimarrebbero invariati.
Nel frattempo, sempre nel primo trimestre è proseguito il calo della domanda di credito da parte delle imprese. E' in atto da cinque trimestri consecutivi, rileva l'indagine, e continua a riflettere il maggior ricorso all'autofinanziamento, il minore fabbisogno per la spesa in investimenti fissi e l'elevato livello dei tassi di interesse. La richiesta di finanziamenti da parte delle famiglie per l'acquisto di abitazioni si è ridotta in misura marcata, mentre è cresciuta quella per finalità di consumo.
Nel trimestre in corso la domanda di prestiti delle imprese e delle famiglie per finalità di consumo resterebbe invariata, mentre aumenterebbe lievemente quella per l'acquisto di abitazioni.
Secondo la rilevazione di Bankitalia, le condizioni di accesso delle banche al finanziamento sono migliorate con riferimento principalmente ai titoli di debito e, in misura inferiore, ai depositi a lungo termine. Nel trimestre in corso gli intermediari si attendono un ulteriore miglioramento. Nei sei mesi terminanti in marzo le variazioni del portafoglio di attività di politica monetaria dell'Eurosistema hanno esercitato un lieve impatto negativo sulle attività totali delle banche, sulle condizioni di finanziamento e sulla posizione di liquidità; non hanno avuto un impatto rilevante sui criteri di offerta e su termini e condizioni generali, mentre hanno esercitato un impatto leggermente negativo sui volumi erogati.
Anche secondo la rilevazione di Bankitalia, il rimborsi della terza tranche dei finanziamenti ultra agevolati della Bce (Tltro III) hanno contribuito al peggioramento delle condizioni di finanziamento delle banche. E questo effetto potrebbe protrarsi nei prossimi sei mesi. Le operazioni non hanno tuttavia contribuito alla variazione dei criteri di offerta dei prestiti, dei termini e delle condizioni di finanziamento e dei volumi erogati.
Le decisioni relative ai tassi di interesse di riferimento della Bce hanno avuto un impatto positivo sulla redditività complessiva degli intermediari ascrivibile al rialzo degli interessi attivi netti. Ma nei prossimi sei mesi, avverte Bankitalia, l'impatto diventerebbe negativo.
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