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La flat tax è un sistema fiscale non progressivo, basato su un’unica aliquota fissa. La cosiddetta “tassa piatta” è stata inserita nel “Contratto per il governo del cambiamento” siglato dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega.

Lo scopo di questa misura è quello di ridurre l’evasione fiscale partendo dal presupposto che se tutti devono pagare meno tasse, anche chi non le ha mai pagate inizierebbe a farlo.

La flat tax non prevede scaglioni di reddito: stabilita la misura percentuale da applicare, essa è uguale per tutti i redditi. Fanno eccezione i pensionati e i dipendenti con reddito annuale pari o inferiore a 13.000 euro annuali, esonerati completamente dal pagamento delle imposte. Questo significa che al di sotto dei 13.000 euro nulla è dovuto dai contribuenti, sopra i 13.000 euro l’imposta viene applicata solo alla parte che eccede il tetto dei 13.000 euro.

L’intenzione è introdurre due aliquote fisse con una deduzione per le famiglie di 3.000 euro. L’idea messa in campo è quella di una doppia flat tax al 15 e al 20% per persone fisiche, partite Iva, imprese e famiglie.

Nel dettaglio, il programma giallo-verde prevede “due aliquote fisse al 15 e al 20% per persone fisiche, partite Iva, imprese e famiglie” che andrebbero a sostituire le cinque aliquote attuali, che vanno dal 23 al 43%.

La riforma fiscale sarebbe inoltre caratterizzata da “un sistema di deduzioni per garantire la progressività dell’imposta, in armonia con i principi costituzionali”. Per le famiglie ciò si tradurrebbe in una deduzione fissa di 3.000 euro sulla base del reddito familiare.

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