La Chiesa è tra gli enti che possono beneficiare dell'esenzione IMU ma solo nel rispetto di alcune precise condizioni.
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L'IMU, acronimo di Imposta Municipale Unica, è un'imposta locale italiana che viene applicata sui possedimenti immobiliari, ma alcuni edifici e anche enti possono godere di speciali esenzioni e sono in molti a chiedersi se la Chiesa paghi l'IMU. Sì, vi è il diritto all'esenzione dall'IMU per gli enti ecclesiastici che concedano gratuitamente in comodato d'uso un proprio immobile solo ed esclusivamente a un altro ente non commerciale, a condizione che il Comune lo stabilisca esplicitamente nel proprio regolamento, come previsto dal comma 777 della Legge n. 160/2019.

Chi non è tenuto a pagare l’IMU?

In generale, l'IMU (Imposta Municipale Unica) è un'imposta locale che viene applicata a tutti i proprietari di immobili situati sul territorio italiano. Tuttavia, ci sono alcune categorie di persone, situazioni o immobili che possono essere esentati dal pagamento dell'IMU o godere di riduzioni:

  • Prima casa: in molte circostanze, la residenza principale o "prima casa" può godere di agevolazioni fiscali, come l'esenzione o la riduzione dell'IMU.
  • Immobili rurali: alcuni immobili adibiti ad attività agricole o rurali possono essere esenti o soggetti a una tassazione ridotta.
  • Immobili di interesse storico o artistico: gli immobili considerati di interesse storico, artistico o culturale possono essere esenti o soggetti a una tassazione ridotta.
  • Enti non commerciali: alcuni enti senza fini di lucro, come associazioni culturali o religiose, possono essere esentati dal pagamento dell'IMU per determinati immobili.
  • Proprietà dello Stato, delle regioni e degli enti locali: gli immobili di proprietà dello Stato, delle regioni e degli enti locali possono essere esentati dall'IMU.
  • Proprietà di organizzazioni internazionali: gli immobili di proprietà di organizzazioni internazionali possono essere esentati dall'IMU in base agli accordi internazionali.
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Perché la Chiesa non paga l’IMU?

Gli immobili della Chiesa utilizzati per scopi religiosi, di culto e per attività sociali e di beneficenza possono essere considerati idonei all'esenzione, in base al principio di sostegno alle attività di pubblico interesse.

La questione riguardante l'esenzione dall'IMU per la Chiesa è complessa e può variare in base alla legislazione vigente, alle interpretazioni delle normative e ai trattati tra lo Stato e la Chiesa stessa. In generale, la Chiesa non è esentata dall'IMU in modo automatico o universale rischiando di dover pagare l'imposta.

Gli enti ecclesiastici possono avere diritto all'esenzione IMU se l'immobile è concesso in comodato d'uso gratuito a un altro ente non commerciale e se il comodatario è funzionalmente o strutturalmente collegato al concedente e svolge attività non commerciali nell'immobile. È importante che l'utilizzo non commerciale dell'immobile sia comprovato.

Al di fuori di queste situazioni specifiche previste dalla legge, l'orientamento della giurisprudenza richiede che ci sia coincidenza tra l'ente proprietario e l'ente che utilizza l'immobile per poter beneficiare dell'esenzione.

Esenzione IMU di immobili parrocchiali

L'esenzione IMU può estendersi anche alle pertinenze della Chiesa, come definite nell'ambito degli edifici di culto principali. Questa definizione non si limita o esclude specifiche categorie catastali e include, ad esempio, la casa del parroco, degli altri sacerdoti e le strutture utilizzate per le attività istituzionali della parrocchia. La determinazione di ciò che costituisce una pertinenza dipende dall'utilizzo effettivo dei locali.

Tra le pertinenze della Chiesa, che devono essere specificate distintamente nella Dichiarazione IMU, rientrano la sagrestia, il battistero, il campanile, gli uffici o le abitazioni dei sacerdoti, i locali per opere pastorali e le abitazioni del parroco o del rettore. Anche se il parroco potrebbe non risiedere fisicamente nell'abitazione principale della parrocchia, l'esenzione può essere conservata se si dimostra che l'allontanamento è legato a circostanze contingenti e non impedisce l'utilizzo strumentale del bene per l'edificio di culto.

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Le moschee pagano l’IMU?

Le moschee e altri edifici di culto in Italia possono essere esenti dall'IMU in determinate circostanze, in base alla normativa fiscale e alle leggi locali. Tuttavia, è importante notare che l'esenzione dall'IMU per gli edifici di culto dipende da vari fattori, inclusi il tipo di proprietà, la sua destinazione d'uso e l'entità dell'attività religiosa svolta.

In generale, le moschee e gli altri edifici di culto possono godere di esenzioni fiscali se sono utilizzati esclusivamente per scopi religiosi e se sono di proprietà di enti religiosi riconosciuti. Tuttavia, ci possono essere eccezioni e casi in cui l'IMU viene applicata, ad esempio se parte dell'edificio viene utilizzata per scopi commerciali o se l'ente religioso non è ufficialmente riconosciuto.

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