In uno studio di Nuveen Real Estate, Abigail Dean, responsabile della sostenibilità, ha analizzato il ruolo sempre più rilevante dei big data nella gestione degli asset immobiliari.
I big data e il valore degli immobili
Quanto l’analisi dei “big data” può aiutare a migliorare le performance operative? Molto, e gli investitori lo sanno. La possibilità per un gestore di immobili di monitorare costantemente l'uso di energia e acqua, ad esempio, può avere un impatto diretto sull'efficienza degli asset, sull'attrattiva per gli inquilini e, in ultima analisi, sul valore di mercato. I potenziali risparmi sui costi di gestione sono rilevanti: un proprietario potrebbe potenzialmente ridurre il consumo di energia dal 10% al 20% con poca spesa.
Secondo Abigail Dean, la prossima fase nell’applicazione dei “big data” all’immobiliare avrà un impatto ancora più profondo: non consentiranno infatti solo il monitoraggio dei consumi, ma permetteranno di sviluppare un processo decisionale e una gestione attiva automatizzati.
I trend dei big data nella gestione immobiliare
I trend attualmente più rilevanti nell’applicazione dei “big data” alla gestione immobiliare, secondo Dean, al momento sono:
- Smart buildings: il mondo digitale e quello fisico continueranno a convergere, grazie alle nuove possibilità di interazione e di gestione dell'ambiente “costruito” garantite dallo sviluppo dell’Internet of Things (sensori intelligenti e poco costosi);
- Ottimizzazione e automatizzazione: con l’aumentare dei dati generati da ogni edificio, i proprietari hanno la possibilità di ottimizzare il modo in cui i sistemi contribuiscono allo stato di salute, al comfort e alla produttività degli inquilini, aumentando al contempo l'efficienza. A tendere gli edifici potranno anche “autogestirsi”, modificando i fattori ambientali senza la necessità di un intervento umano. Gli edifici saranno anche in grado di fornire condizioni ottimali per specifici inquilini (ad esempio regolando in modo automatico le temperature degli ambienti quando i sensori rilevano che essi sono occupati);
- Centrali elettriche virtuali: con la crescente tendenza all’utilizzo dell’elettrificazione nel riscaldamento e nei trasporti, l'aumento della domanda potrebbe mettere a dura prova la rete elettrica, facendo lievitare i prezzi. Di conseguenza, i proprietari di asset immobiliari conteranno sempre più sulla produzione in loco di energia rinnovabile e sullo stoccaggio delle batterie – creando, in sostanza, centrali elettriche virtuali - per gestire le proprie scorte in modo dinamico e, potenzialmente, generare entrate significative vendendo energia elettrica direttamente alla rete.
- Smart Cities: città, autorità locali e registri catastali stanno adottando rapidamente iniziative di Open Data (dati aperti), che consentono a individui terzi di accedere ai dati pubblici digitalizzati. I dati di transito, sulla qualità dell'aria, le informazioni demografiche e altro ancora - così come le informazioni relative alle proprietà e alle locazioni - sono sempre più disponibili.
Big data e investimenti immobiliari
Oltre a fornire assistenza nella gestione degli asset, i big data trasformeranno anche il processo di investimento immobiliare, poiché grandi quantità di dati potranno essere sfruttati per generare potenziale alfa e per migliorare la gestione del rischio nei portafogli immobiliari. Gli investitori certamente tenderanno a dare maggiore enfasi al tema dell'efficienza energetica e ai rischi legati all’impatto dei cambiamenti climatici sul settore immobiliare. Ciò sarà sempre più importante man mano che il passaggio all'economia a basse emissioni di carbonio e il cambiamento climatico inizieranno ad avere un impatto sempre più diretto e significativo sul valore delle proprietà.
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