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Il Mef lancia il piano di dismissioni Invimit Creative commons

Il piano di dismissioni immobiliari voluto dal governo Conte è ai nastri di partenza. Con il via libera del fondo Dante inizierà la commercializzazione di immobili pubblici per un valore iniziale di 300 milioni di euro.

Il primo passo è stato la creazione del “fondo Dante”, tecnicamente chiamato “i3 – Dante”, un fondo di investimento alternativo immobiliare chiuso multi comparto. Il primo comparto di tale fondo è stato chiamato Convivio, riservato agli investitori professionali e del valore complessivo compreso tra 200 e 500 milioni di euro. Tale comparto è destinato ad investire in 35 immobili core e core plus del valore di 300 milioni di euro situati in zone di rilievo (come Milano e Roma, che convogliano rispettivamente il 27 e il 46% degli asset in portafoglio, ma anche Genova e Bologna).

Il Fondo è stato approvato da Invimit Sgr, la società di gestione del risparmio posseduta al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, creata con lo scopo appunto di commercializzare immobili pubblici per ridurre, con i proventi, il debito pubblico. Operazione compresa nelle richieste della Commissione Ue per evitare che scattasse nei confronti del nostro Paese la temuta procedura di infrazione.

La valorizzazione del portafoglio immobiliare pubblico – composto da immobili soprattutto residenziali di pregio già a reddito ma da valorizzare ulteriormente con una migliore gestione – è quindi al via e va ad aggiungersi ad un’altra tranche del piano Invimit, del valore di 85 milioni di euro, che prevede invece direttamente la vendita di immobili da parte della società posseduta dal Ministero.

Il tutto sommato al piano di dismissioni di 1600 immobili di proprietà del Demanio, di cui 420 del valore intorno al milione di euro, i cui primi bandi sono stati aperti a fine luglio.

Il possibile impatto sarà reso noto con la nota di aggiornamento al Def attesa per la prossima settimana, quando si capirà se l’obbiettivo di migliorare il rapporto deficit/Pil di 1,25 miliardi in tre anni, come il governo si è impegnato a fare, sia realistico o meno.

 

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