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Cos’è e come funziona l’assegno di ricollocazione
StockSnap da Pixabay

L’assegno di ricollocazione è una misura gestita dall’Anpal (Agenzia nazionale politiche del lavoro) per aiutare i disoccupati a cercare un nuovo impiego. Vediamo come funziona e a chi spetta.

L’assegno di ricollocazione, in sostanza, è una somma di denaro riconosciuta dall’Anpal da spendere per servizi di assistenza personalizzata per la ricerca di occupazione. Può essere quindi speso per rivolgersi a centri per l’impiego o enti accreditati ai servizi per il lavoro.

La domanda per l’assegno di ricollocazione è volontaria e deve essere inoltrata online attraverso il portale Anpal o direttamente ai Centri per l’Impiego o gli enti di Patronati convenzionati. Per ottenere l’assegno di ricollocazione è necessaria Dichiarazione di Immediata Disponibilità (DID), che deve essere comunicata attraverso il sito di Anpal, i Centri per l’Impiego, i Patronati e l’Inps.

Chi percepisce il reddito di cittadinanza (Rdc) ed è chiamato a sottoscrivere un patto per il lavoro, riceve l’assegno di ricollocazione AdRdc.

L’assegno di ricollocazione è una misura coordinata da Anpal e gestita tramite la rete pubblico-privata dei servizi per il lavoro, in collaborazione anche con Regioni e Province autonome. I centri per l’impiego, o gli enti accreditati ai servizi per il lavoro, sono tenuti a comunicare ad Anpal le informazioni sulle sedi operative presso cui è disponibile il servizio di assistenza.

In queste strutture, il percettore dell’assegno di ricollocazione viene affidato a un tutor che si occuperà di promuoverlo presso i potenziali datori di lavoro. Non solo, perché l’ente è chiamato anche ad affiancare il beneficiario durante le fasi di preselezione e di inserimento nell’azienda. L’importo viene riconosciuto all’ente se la persona viene assunta: il valore è calcolato in base al tipo di contratto.

L’importo dell’assegno di ricollocazione è calibrato in base al tipo di contratto stipulato dal beneficiario che si rivolge all’ente e l’azienda che lo assume. Vediamo come viene calcolato:

  • da 250 euro a 1.250 euro: contratto da 3 a 6 mesi (3 mesi al Sud, per le seguenti regioni: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia);
  • da 500 euro a 2.500 euro: contratto a termine di 6 mesi e oltre;
  • da 1.000 euro a 5.000 euro: contratto a tempo indeterminato, incluso l’apprendistato.
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