In Svezia, come in tutto il mondo, l’impatto del covid sull’economia si è fatto sentire e alcune attività potrebbero non riaprire più le serrande. Per questo il governo vorrebbe combattere l’emergenza abitativa ammorbidendo le leggi per trasformare gli immobili commerciali in abitazioni. Vediamo di cosa si tratta.
La Svezia è una delle nazioni che negli ultimi anni, soprattutto a Stoccolma, è uno dei Paesi che più di tutti ha dovuto fare i conti con il problema dell’emergenza abitativa. Una realtà dipesa da vari fattori, dalla crescita della popolazione sostenuta dall’immigrazione alle politiche fiscali che agevolano l’acquisto di casa, tra cui generose detrazioni delle rate dei mutui, ma anche per i bassissimi costi di questi ultimi, la domanda di case ha di molto superato l’offerta.
A questo scenario, va aggiunto il fatto che costruire nuove abitazioni è più complicato che altrove, in Svezia sono in vigore rigide regolamentazioni ambientali (come nel resto dei Paesi scandinavi), il che comporta che ci sia un deficit di abitazioni stimato nell’ordine delle 140mila unità e i prezzi degli immobili sono aumentati mediamente di oltre il 160% negli ultimi 15 anni, spingendo quindi le famiglie svedesi a un’esposizione debitoria per comprare casa.
Da qui l’idea di trasformare in opportunità una difficoltà, quella dei locali commerciali rimasti in disuso e riconvertirli in abitazioni. E, in previsione, pensare anche agli uffici che rimarranno sfitti se lo smart working dovesse imporsi come via maestra. Ma, per farlo, bisognerebbe snellire il processo burocratico per i permessi.
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