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Carte di credito ancora poco diffuse: gli italiani preferiscono il contante

 I consumatori italiani preferiscono il denaro contante alla carta di credito. Non è una novità, ma un’ulteriore conferma in questo senso proviene dall’ultimo studio realizzato da cpp Italia, filiale della multinazionale inglese specializzata nella tutela delle carte di credito, che, esaminando i dati sulle carte di pagamento in 40 paesi del mondo, ha indagato il livello di diffusione dei sistemi di pagamento elettronici, correlandolo alla situazione economica mondiale. L’Italia si posizione al 23esimo posto nella classifica dei paesi con il maggior possesso di carte di credito, con appena 1,6 carte per abitante, contro le 12 del giappone, che occupa il primo posto.

Dallo studio di cpp Italia si evince che la maggiore o minore circolazione delle carte di credito può essere rappresentativa della situazione economica mondiale: i paesi che hanno visto crescere il proprio pil sono anche quelli in cui si è assistito a una maggiore diffusione degli strumenti di pagamento elettronici. Ad esempio l’india, che figura fra i paesi in via di sviluppo, ha sorpreso tutti con un incremento delle carte sorprendente: in soli due anni, dal 2008 al 2010, ha infatti registrato un aumento superiore al 50%, sfiorando i 246 milioni. Sulla stessa linea anche la cina, dove la crescita del 34% ha permesso alle cosiddette plastic cards di raggiungere quota 2,5 miliardi di pezzi (per la precisione 2,415 miliardi). L

L’analisi di cpp Italia ha, inoltre, rilevato un incremento del 22% per il brasile (per un totale di 628 milioni di carte); del 21% per la russia (più di 144 milioni), del 18,7% per il messico (97,7 milioni). Altrettanto significative sono le percentuali registrate in korea (+13,3% e 258,4 milioni di carte), turchia (+12,4% e 116,8 milioni di carte) e, infine, svizzera (+10% e 13,4 milioni di carte).

Nel nostro paese, invece, a causa della crisi economica, si è assistito a una riduzione del numero delle carte di credito classiche (carta a saldo, prepagata, carta revolving, mentre non sono conteggiate carte di debito e bancomat), un trend negativo, che, d’altro canto, è stato controbilanciato dall’aumento del numero delle transazioni e del loro controvalore medio. Anche in inghilterra e francia si è manifestato un simile andamento con un calo rispettivamente dell’1,5% e del 2%. I cali più significativi si sono, però, manifestati in spagna (-7,3% e 73,4 milioni di carte), grecia (-6,6% e 15,5 milioni di carte) e portogallo (-4,5% e 19,6 milioni di carte).

I paesi che risultano più evoluti sotto il profilo dei pagamenti elettronici sono quelli asiatici, guidati dal giappone, dove si contano quasi 12 carte di pagamento per abitante per un totale di 1,3 miliardi di tessere. Dopo il giappone troviamo singapore (8,49 per abitante), korea (6,42) e, al quarto posto, gli usa (5,71 per un totale di 1,4 miliardi di carte in circolazione). Francia (1,98) e germania (1,95) si trovano, invece, al 16esimo e 17esimo posto, mentre la spagna si colloca due posizioni più in basso con 1,87 carte di pagamento per abitante. Va ancora peggio all’Italia, che si classifica al 23esimo posto con una media di 1,61 tessere elettroniche per ogni abitante, preceduta da turchia (2,18), malta (1,94) e, persino, sud africa (1,65).  

C’è da dire che il governo monti sta cercando con ogni mezzo di incentivare l’uso della moneta elettronica: va infatti in questo senso la norma che vieta di effettuare pagamenti in contanti sopra i mille euro, spingendo così i consumatori a un maggiore utilizzo di carte di credito e altri strumenti di pagamento tracciabili.
 

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2 Commenti:

28 Marzo 2012, 15:43

Dobbiamo avere il contante! dobbiamo avere la carta moneta in mano!(visto che non è possibile il baratto generalizzato o altro mezzo similare) dobbiamo avere l'assoluto controllo dei nostri soldi.
Altrimenti, con il denaro virtuale, oltre a non percepire (per molti) il senso ed i contorni delle uscite in denaro (insomma quanto spendiamo) potremmo perdere anche il ns. Denaro e con esso anche la libertà, o quella che ne rimane. Se con un chip, tanto per citare, possono azzerare il ns. Conto (ad esempio " l'unità centrale di controllo dei depositi" dove magari farebbero confluire tutti i depositi dei contribuenti-cittadini) e la nostra identità di cittadini fosse legata alla disponibilità di un conto, di entrate economiche, di rendite comunque, ecco che potremmo se non essere cancellati, certo messi in standby. Tutto diventa più difficile e complicato se invece ogni cittadino "gestisce" in proprio la sua disponibilità economica. Inoltre con le carte plastiche è vero che si può seguire meglio il denaro "sporco e quello marcio", ma si segue anche la vita del cittadino che comunque vuoi o non vuoi deve far conoscere le sue abitudini, i suoi interessi, le sue scelte. E non mi pare che questo "spiare" i cittadini abbia soppresso gli abusi, il losco economico. I grandi e sporchi affari li fanno, evidentemente, al di fuori ed al di sopra del circuito e della massa dei cittadini, quindi la scusa regge poco. Evidentemente ci vogliono solo controllare e se possibile ingabbiare di più. le lobby, le mafie, le caste, i malavitosi, i loro sporchi affari li fanno comunque e vogliono quindi impaurire il popolino.
Un consiglio: tenetevi i vostri soldi in tasca (metaforicamente parlando) e fate in maniere che, nei limiti del possibile, ne disponiate abbastanza solo voi.

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