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Introdotto grazie a una convenzione sottoscritta dal ministero dell'economia e delle finanze, banca d'Italia, abi, poste italiane, associazione istituto di pagamento e moneta elettronica, il conto corrente di base (o conto base) è un rapporto offerto dal 1 giugno 2012, e in grado di conferire la titolarità di un conto bancario o postale low cost a tutti coloro che hanno un reddito isee fino a 7.500 euro, e ai pensionati con emolumento fino a 1.500 euro al mese

Nelle intenzioni dei promotori, il conto corrente di base avrebbe dovuto soddisfare le esigenze di quei pensionati che - sulla base dei nuovi limiti di circolazione del denaro contante - non avrebbero più potuto prelevare la propria prestazione pensionistica monetaria in banconote, e le necessità di quelle persone che vorrebbero entrare nel "panorama" della bancarizzazione, ma che non dispongono di risorse monetarie talmente elevate da potersi permettere un conto cordinario

Purtroppo, la realtà dei fatti è completamente differente. Secondo una ricerca effettuata dal garante della concorrenza, infatti, la diffusione del conto base non sarebbe stata sufficiente a raggiungere lo scopo prefissato, tanto che in molti casi il costo di un conto corrente di base sarebbe stato superiore a quello di un conto corrente "a pacchetto" offerto dalle aziende di credito

Per quanto attiene i motivi di tale diminuita importanza, si noti come lo stesso garante indichi come prima determinante "la politica dei prezzi non competitiva da parte delle banche, tanto che spesso il conto di base costa di più di altri prodotti". In secondo luogo, a pregiudicare la diffusione di tale tipologia di conto corrente sarebbe stata la scarsa trasparenza, visto e considerato che - conclude il garante - "non sempre il canone è onnicomprensivo e diverse banche richiedono il pagamento di specifiche commissioni per le differenti operazioni"

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