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Riduzione dell'aliquota imu sulle case date in affitto a canone concordato e ampliamento della platea dei comuni dove è possibile estendere questo tipo di contratto, con annessa riduzione della cedolare secca al 10%. È questo il cuore dei correttivi al decreto casa in questi giorni in discussione alle commissioni lavori pubblici e ambiente del senato
La riduzione dell'imu sui contratti a canone concordato era già stata discussa nel momento della prima formulazione del decreto. Ma l'abbassamento al 4%, voluto dal ministro lupi, si era scontrato con la mancanza di risorse. Un problema che si ripresenta adesso, anche se, c'è la volontà di governo e relatori del provvedimento di concordare con i comuni le opportune riduzioni. Per quanto riguarda l'allagarmento della platea dei municipi dove questo tipo di contratto si può stipulare, si pensa in primis ai comuni teatro di calamità naturali
Ed è la casa il cuore di un decreto intitolato, in realtà a "casa ed expo", dove è già stato approvato un provvedimento dei relatori Stefano esposito e franco mirabelli che estende ai comuni la possibilità (già concessa agli iacp) di vendere i propri alloggi e accedere al fondo da 500milioni per le ristrutturazioni
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