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Perché si dichiara falsa residenza e cosa si rischia
Perché si dichiara una falsa residenza e cosa si rischia GTRES

Dichiarare una falsa residenza costituisce reato di falso in atto pubblico. Oltre all’accertamento fiscale si rischia dunque anche un procedimento penale.

Di norma, per scoprire una falsa residenza l’amministrazione procede con il controllo delle bollette. Questo perché consumi molto bassi di elettricità, gas o acqua stridono con il concetto di abitazione principale. 

Per scoprire la falsa residenza, l’Agenzia delle Entrate o il Comune possono chiedere alla società fornitrice dell’utenza copia delle ultime fatture emesse e quindi verificare se il contribuente vive effettivamente nell’immobile.

Bisogna ricordare che di sovente si dichiara una falsa residenza per poter usufruire dei benefici fiscali previsti sulla casa. Secondo quanto previsto, infatti, si è esenti dal versamento dell’Imu e della Tasi sull’abitazione principale, che è il luogo dove il contribuente ha fissato la propria residenza e che costituisce la sua dimora abituale.

Ci sono poi le agevolazioni fiscali per l’acquisto della prima casa. Secondo quanto previsto dalla legge, chi acquista una casa adibita ad abitazione principale può usufruire dei seguenti benefici fiscali:

  • Acquisto casa dal costruttore: Iva ridotta al 4%; pagamento delle imposte di registro, ipotecaria e catastale nella misura fissa di 200 euro ciascuna.
  • Acquisto casa da privato: imposta di registro con aliquota ridotta al 2%; pagamento imposta ipotecaria in misura fissa di 50 euro; pagamento imposta catastale in misura fissa di 50 euro.

Per poter usufruire delle agevolazioni prima casa, bisogna rispettare i seguenti requisiti.

  • L’immobile non deve rientrare nelle categorie catastali A1, A8 e A9. 
  • Il beneficiario delle agevolazioni deve inoltre stabilire la residenza nell’immobile acquistato con le agevolazioni entro 18 mesi dall’acquisto. 
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