La pianificazione di nuovi spazi urbani deve (o dovrebbe) tenere conto della storia del luogo. Sebbene molti progetti urbani siano costruiti come grandi blocchi residenziali, ci sono sempre, da qualche parte, progetti contemporanei che hanno la capacità di reinterpretare il passato per proiettarsi nel futuro.
È il caso del progetto Rubicon Housing, un complesso residenziale situato ai margini del quartiere di Eddington a Cambridge. Ispirato a mulini e magazzini del XIX secolo, è progettato per uno stile di vita contemporaneo, ecosostenibile e incentrato sulla bicicletta.
Ispirazione industriale
Progettato dallo studio Alison Brooks Architects, il complesso Rubicon è composto da 186 abitazioni distribuite in cinque isolati, sviluppati su un'area stretta tra le zone umide a sud e il piano regolatore urbano a nord.
Per progettarlo, lo studio ha intrapreso il compito di "riconcettualizzare i mulini britannici del XIX secolo come magazzini di media altezza, adatti a vivere e lavorare, adatti al parcheggio delle biciclette, addolciti da cortili con giardino, angoli curvi e tetti ondulati".
Questa fusione di storia e modernità si riflette anche nei materiali. Ad esempio, le facciate sono rivestite con piastrelle smaltate ad alta resistenza, che ricordano i tradizionali mattoni industriali, garantendo inoltre durevolezza e un tocco di colore.
La tavolozza dei colori utilizzata, che spazia dal verde, al giallo, all'azzurro e al grigio argento, richiama il paesaggio naturale che circonda il complesso, creando un'armonia visiva tra l'edificato e l'organico.
Un microsistema urbano
Rubicon non è semplicemente un gruppo di case, è un microecosistema urbano attentamente pianificato. Ciascuno dei cinque blocchi è separato da cortili che massimizzano la luce naturale, fungono da luoghi di ritrovo e sono progettati per il deposito delle biciclette e la raccolta dell'acqua piovana.
Alcuni balconi sono rivolti a sud e offrono una vista aperta sulla zona umida, mentre altri, più urbani, si proiettano verso la strada con una zona verde intermedia che crea distanza dal traffico.
"Tra ogni edificio, i cortili fungono da spazi sociali, per il deposito delle biciclette, la raccolta dell'acqua piovana e balconi comuni con vista sulla zona umida retrostante", spiega lo studio.
Una delle idee più innovative del progetto è l'inclusione di spazi di coworking semi-pubblici nella parte anteriore di ogni isolato, quello che lo studio chiama un "terzo spazio". Questi spazi sono progettati per incoraggiare la socializzazione tra i residenti, offrire aree di coworking e facilitare l'organizzazione di eventi comunitari.
Strutturalmente, gli edifici presentano un profilo del tetto ondulato continuo di 75 metri che unifica visivamente l'intero complesso e consente di avere soffitti spioventi all'ultimo piano, creando appartamenti spaziosi e caratteristici.
Il progetto ha inoltre riservato il 35% degli alloggi ai lavoratori essenziali e ai membri dell'Università di Cambridge, consolidando così il legame sociale e funzionale con la comunità locale.
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