Uno dei temi caldi della trattativa governo-sindacati sul fronte delle pensioni è stato l’Ape, l’anticipo pensionistico. In particolare, si è discusso del suo costo.
Secondo quanto evidenziato dalla Repubblica, l’anticipo pensionistico di tre anni e sette mesi rispetto ai requisiti di legge è costoso per quattro motivi:
- uscendo prima si versano meno contributi;
- il coefficiente di trasformazione (il numero che trasforma i contributi in pensione) si abbassa, perché inversamente proporzionale alla speranza di vita (si esce prima, si vive di più, la pensione cala);
- la banca che anticipa il prestito (tramite Inps) deve essere remunerata con un interesse;
- il prestito è coperto da un’assicurazione in caso di premorienza (gli eredi così non devono temere), il cui premio però ha un costo.
Ape sociale gratis
Il governo sta studiando un meccanismo di bonus fiscali, ossia di detrazioni che coprano la rata futura. Secondo quanto scritto nella bozza di accordo, la proposta è quella di garantire un Ape gratis per le pensioni fino a 1.300 euro lordi (poco più di 1.100 euro netti), però solo per le categorie svantaggiate: disoccupati, disabili, lavori pesanti o rischiosi. Ma i sindacati hanno considerato troppo bassa la soglia. La cifra dovrà quindi essere rinegoziata.
Ape non gratis
Per la maggioranza dei 350mila potenziali italiani interessati all’Anticipo pensionistico però l’opzione non è gratis. In questo caso, secondo alcune simulazioni, l’interessato dovrà pagare anche fino a un quarto del futuro assegno previdenziale. E la metà della futura rata andrà a ripagare banche e assicurazioni, ovvero il sistema finanziario che di fatto rende fattibile l’intera operazione.
Un esempio
Il quotidiano La Repubblica ha fatto l’esempio di un nato nel 1954 che vuole andare in pensione l’anno prossimo. Ebbene, costui deve mettere in conto di rinunciare al 37% della sua pensione. Se aspetta i 67 anni e 7 mesi prende 1.297 euro di pensione netta. Se invece anticipa di 3 anni e 11 mesi e va in pensione con l’Ape nel 2017, allora si accontenta di 1.134 per 47 mesi. Terminati i quali dovrà cominciare a restituire il prestito. E a quel punto la sua pensione scivola a 811 euro.
La domanda dunque è: conviene rinunciare a quasi 1.300 euro di pensione futura per lavorare quasi 4 anni in meno, ma poi avere per vent’anni un assegno di poco più di 800 euro? Considerando poi che il 40% della rata andrà a banche e assicurazioni che devono essere remunerate per il loro servizio.
Il tema relativo ai costi dell’Ape è più che mai caldo. Ma il governo sostiene che il costo dell’anticipo pensionistico volontario è più basso rispetto a quello che circola sui giornali, anche se significativo. Il sottosegretario Tommaso Nannicini ha spiegato che quando la flessibilità in uscita è legata a una scelta personale e non a una necessità c’è un costo, ma per i numeri veri occorre aspettare il combinato disposto della legge di Bilancio e dei provvedimenti attuativi, tra cui l’accordo quadro con banche e assicurazioni.
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