Tra gli emendamenti alla legge di Bilancio 2020 ce n’è uno che riguarda nello specifico il disagio e l’emergenza abitativa. Si tratta del “Programma Casa Mia”, proposto dal senatore del Movimento 5 Stelle, Marco Pellegrini.
Come recita il testo dell’emendamento: “Al fine di garantire i diritti sociali dei cittadini e di ridurre, su tutto il territorio nazionale, il disagio e l’emergenza abitativa e al fine di soddisfare la richiesta di alloggi da parte di individui o nuclei familiari svantaggiati, è promosso il programma pluriennale straordinario, di durata almeno quindicennale, denominato ‘Casa Mia’, aggiuntivo, rispetto alle politiche di edilizia residenziale pubblica attuate dagli enti territoriali. Per l’attuazione delle finalità del presente articolo, è istituito nello stato di previsione del Ministero per le Infrastrutture e dei Trasporti, un fondo denominato ‘Fondo per il Programma Casa Mia’ con una dotazione complessiva di
- 512,18 milioni per l’anno 2020,
- 1177,25 milioni per l’anno 2021,
- 1374,07 milioni per l’anno 2022,
- 1018,87 milioni per l’anno 2023,
- 1095,42 milioni per l’anno 2024,
- 1195,04 milioni per l’anno 2025,
- 1193,29 milioni per l’anno 2026,
- 1147,15 milioni per l’anno 2027,
- 1148,36 milioni per l’anno 2028,
- 1153,04 milioni per l’anno 2029,
- 1154,6 milioni per l’anno 2030,
- 1154,64 milioni per gli anni 2031 e 2032,
- 1151,28 milioni per l’anno 2033
- e 1100 milioni per l’anno 2034”.
Si tratta, dunque, di 16,7 miliardi ripartiti fino al 2034.
Obiettivo del “Programma Casa Mia” è, come evidenziato dal testo dell’emendamento, “progettare e realizzare alloggi sociali, senza consumo di nuovo suolo rispetto a quanto previsto dagli strumenti urbanistici comunali vigenti, favorendo il risparmio energetico e la realizzazione di costruzioni antisismiche nonché la promozione, da parte dei Comuni, di politiche urbanistiche mirate ad un processo integrato di rigenerazione delle aree e dei tessuti edilizi degradati attraverso lo sviluppo dell'edilizia sociale”.
Tramite tale programma si punta a realizzare “600.000 alloggi sociali su tutto il territorio nazionale”, che dovranno rispettare quanto previsto dalla normativa antisismica e conseguire almeno la classe energetica A. Secondo quanto previsto, inoltre, il 5% del totale degli alloggi realizzati sarà destinato alla “locazione temporanea dei residenti di immobili di edilizia residenziale pubblica in corso di ristrutturazione o a soggetti sottoposti a procedure di sfratto”. L’emendamento poi prevede che, se non presenti, vengano realizzati anche “servizi e funzioni connesse e complementari alla residenza, necessarie a garantire l’integrazione sociale degli inquilini degli alloggi, in misura comunque non superiore al 20 per cento della superficie complessiva comunque ammessa. Sono esclusi da questi servizi e funzioni le grandi strutture di vendita”.
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