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Spazi abitativi e lavorativi, ecco come la pandemia ha rivoluzionato i modelli tradizionali
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La pandemia ha introdotto profondi cambiamenti negli spazi lavorativi ed abitativi, trasformando i modelli tradizionali. A dirlo un report di Bankitalia, a cura di Luigi Donato, capo del Dipartimento immobili e appalti.

La fuga dalle città

Nel periodo del primo lockdown, tra aprile e marzo del 2020, le grandi città europee si sono svuotate e vi è stata una vera e propria fuga verso le seconde case. A fronte della limitazione dei movimenti, la soluzione delle famiglie è stata quella di cercare spazi domestici più vivibili con una crescita della domanda di case con giardini e terrazze. Una tipologia che è più agevole e meno costoso trovare, in centri minori e zone di campagna. Limitando i giorni in cui occorre recarsi di persona in sede alla propria azienda, si riduce anche l'onore di tragitti di maggiore durata nel percorso casa-lavoro.

Il modello abitativo tradizionale, costituito da grandi condomini senza aree comuni e dislocati sulle grandi artierie verso il centro delle città, a fronte di soluzioni più aperte negli spazi e più friendly nelle formule di vita.

Home working e smart office

Secondo il report, il principale motore del cambiamento in atto è lo smart working, inteso in una doppia accezione di home working e smart office. L'emergenza ha fatto evolvere in maniera rapida il modello di lavoro sia pubblico che privato, tanto che anche in una fase di post emergenza non è ipotizzabile un ritorno al passato.

La sperimentazione dell'home working su larga scala e i risvolti positivi di questa modalità di lavoro, primo fra tutti i risparmi, stanno richiedendo una rivisitazione dell'attuale configurazione degli uffici. Il tempo passato in ufficio diminuisce, ma proprio per questo bisogno saper sfruttare al masismo i momenti e le occasioni di contatto. Proprio per questa ragione si afferma lo smart office nelle sue diverse componenti, da quella strutturale e degli arredi, a quella della digitalizzazione dei processi di lavoro e dei servizi, dalla mobilità aziendale al coordinamento delle presenze e degli incontri. Si apre la prospettiva degli smart building, con un uso diffuso della tecnologia per la gestione degli edifici, che si accompagnerà alla completa digitalizzazione del lavoro. Lo spazio di manovra per la creazione degli smart office è particolarmente evidente nelle PA.

Le prospettive future per il settore immobiliare

Nel 2021 la crescita sarà più lenta di quanto previsto sia in Italia che in Europa, ma ci sarà una maggiore fiducia nel settore delle costruzioni, in particolare per il settore delle ristrutturazioni e riqualificazioni, sostenuto dai significativi incentivi introdotti. Sarà comunque necessaria un'iniezione di liquidità grazie ai fondi del programma Next Generation EU.

Nei prossimi mesi il settore immobiliare sembra destinato a un'ulteriore fase di debolezza, mentre nel medio periodo potrebbero prudentemente prevedersi segnali positivi. Quello che è sicura che è cominciata una trasformazione profonda nel settore immobiliare.

 

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