I diritti degli ex malati di tumore possono finalmente trovare un supporto concreto. Finora infatti la tutela contro le discriminazioni, ufficialmente riconosciuta in Italia attraverso una legge approvata a dicembre 2023, era rimasta in una sorta di limbo, data la mancanza di due decreti attuativi. Ecco che cosa cambia con l’approvazione delle ultime norme avvenuta questa estate.
Che cosa è l’oblio oncologico e perché è importante
Il “diritto all'oblio oncologico” permette agli individui guariti da un certo periodo di tempo di non rivelare la propria pregressa condizione di salute, evitando così le attuali discriminazioni in ambito lavorativo, economico e sociale. La legge (la n. 193 del 7 dicembre 2023) infatti impedisce che vengano poste condizioni peggiorative agli ex pazienti per quanto riguarda l’accesso a mutui, finanziamenti e polizze assicurative, per le adozioni e per la partecipazione a concorsi pubblici o a posti di lavoro privati e pubblici.
Per l'applicazione pratica però di queste tutele si attendevano due decreti ministeriali. Il primo, pubblicato il 24 aprile scorso, riguarda l'esatta tempistica per ciascuna patologia. Il secondo, pubblicato il 30 luglio in Gazzetta Ufficiale, definisce le modalità operative per ottenere la certificazione medica da presentare a enti e imprese per la tutela contro tali discriminazioni.
Cosa cambia per banche, assicurazioni e concorsi pubblici
La legge stabilisce che le informazioni relative a precedenti condizioni oncologiche non possono essere richieste o utilizzate in ambito bancario, finanziario, assicurativo o di investimento, né durante la stipula, né al momento del rinnovo di contratti.
È vietata inoltre la richiesta di visite mediche di controllo e altri accertamenti sanitari relativi a tali patologie. Le violazioni di queste disposizioni comportano la nullità delle clausole contrattuali in questione, ms preservano la validità generale del contratto sottoscritto dalle parti.
È vietato richiedere informazioni sullo stato di salute relative a precedenti patologie oncologiche nei processi di selezione per l'accesso al lavoro pubblico e privato. Inoltre, sono previste politiche attive per garantire l'uguaglianza di opportunità per coloro che sono stati affetti da tali patologie.
Primo decreto: quanto tempo ci vuole per l’oblio
Il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 24 aprile scorso disciplina la tempistica prevista per ottenere l’oblio per ciascuna patologia. Il secondo decreto invece definisce le modalità operative per ottenere la certificazione medica da presentare a enti, imprese, banche e assicurazioni, per far valere il rispetto dei propri diritti.
La legge stabilisce che gli ex pazienti possono richiedere l'oblio oncologico dopo un periodo di 10 anni dal termine delle cure attive senza recidive, o dopo 5 anni se il cancro è stato diagnosticato prima dei 21 anni.
In realtà per alcuni tipi di cancro speficici, il decreto del ministero della Salute del 22 marzo, pubblicato il 24 aprile 2024 stabilisce periodi di attesa di gran lunga più ridotti. Ma non solo: in base allo sviluppo di nuove cure mediche, tale elenco potrà essere aggiornato e le tempistiche ulteriormente ridotte.
Secondo decreto: che cosa è la certificazione e come ottenerla
Il decreto 5 luglio 2024 pubblicato in GU il 30 .7.2024 stabilisce le procedure per ottenere la certificazione dell’oblio oncologico, da presentare a enti o imprese per garantire la non applicazione di eventuali clausole discriminanti.
Questo decreto è strutturato in quattro articoli e include due allegati importanti:
Allegato 1: Un modello di istanza che il guarito deve compilare per richiedere il certificato alle strutture sanitarie. Include anche l'informativa sul trattamento dei dati personali.
Allegato 2: Un fac-simile del certificato di attestazione dell’avvenuto oblio oncologico, che verrà rilasciato alle persone guarite.
Per ottenere il certificato, l’ex paziente dovrà presentare l'istanza presso strutture sanitarie accreditate o medici del Servizio sanitario nazionale ( medico o pediatra di base) accompagnata da documentazione medica che dimostri il completamento delle fasi di cura ossia la fine dell’ultimo trattamento farmacologico, radiante o chirurgico e l’assenza di recidive.
La certificazione verrà rilasciata entro trenta giorni dalla richiesta, se i criteri temporali per l’oblio sono rispettati.
A quali ex pazienti serve la certificazione
La certificazione non sarà però necessaria per tutti gli ex pazienti ma solo a una parte.
La legge prevede fin da subito che gli ex pazienti oncologici non siano più obbligati, trascorso il lasso di tempo dal termine dei trattamenti indicato per le varie neoplasie (e che può variare da 1 a 5 o 10 anni), “a fornire informazioni né a subire indagini in merito alla propria pregressa neoplasia”.
In pratica non occorre che una persona dichiari o certifichi la sua condizione di ex paziente. La certificazione è invece necessaria “se un ex paziente ha già in essere un mutuo oppure ad esempio una assicurazione stipulati prima dell'entrata in vigore della legge e caratterizzati da clausole o tassi peggiorativi per il fatto di aver dovuto dichiarare di avere una neoplasia. Queste persone avranno quindi bisogno del certificato per dimostrare di rientrare ora nell'oblio oncologico al fine di poter modificare delle condizioni contrattuali o assicurative peggiorative legate alla passata dichiarazione di malattia”.
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