Non vi sono particolari limitazioni sul guidare un'auto non intestata, in alcuni casi serve la comunicazione alla Motorizzazione
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Guidare l'auto non intestata
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A tutti è certamente capitato di guidare un’auto non intestata, ad esempio il veicolo di un familiare oppure di un amico. Ma è legale farlo? Si tratta di un dubbio più che legittimo, quando ci si immette su strada con un mezzo altrui. In linea generale, è assolutamente possibile guidare l’auto intestata a un’altra persona, purché il proprietario sia d’accordo e la polizza assicurativa copra il conducente occasionale. 

Tuttavia, con la recente approvazione del Nuovo Codice della Strada, vi sono novità in merito alla sanzioni in caso di mancato aggiornamento in Motorizzazione, quando necessario.

Chi può guidare la macchina intestata a un’altra persona

Così come accennato in apertura, è generalmente possibile guidare un’auto intestata a una terza persona, purché se ne ottenga ovvia autorizzazione e, fatto non meno importante, l’assicurazione stipulata copra anche i conducenti occasionali. 

A livello di legge non vi sono infatti specifici divieti per condurre il veicolo d’altri. In merito a chi possa farlo, anche in questo caso il Codice della Strada non introduce particolari requisiti, se non limitandosi a distinguere tra:

  • familiari e conviventi del titolare del veicolo;
  • familiari non conviventi del proprietario del mezzo;
  • altre persone non legate da vincoli di parentela al titolare dell’auto.
Guidare l'auto altrui
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Queste tre categorie di guidatori, così come si vedrà nei prossimi paragrafi, prevedono diverse tempistiche di utilizzo libero del veicolo, prima che si renda necessario un aggiornamento dei dati presso la Motorizzazione.

Cosa succede se guido una macchina non intestata a me

Quando ci si mette alla guida di un veicolo intestato ad altri, sorge il dubbio che si possano subire sanzioni - o altri gravi provvedimenti - se fermati su strada per un controllo. Ma cosa succede se si guida l’auto altrui?

Come già spiegato, il Nuovo Codice della Strada non impedisce di guidare un’auto non intestata. Tuttavia, a seconda della durata del prestito del veicolo e del grado di parentela con il titolare, possono essere necessarie delle modifiche anagrafiche, in base all’articolo 94 dello stesso codice, al comma 4-bis. Entrando più nel dettaglio:

  • familiari conviventi del titolare possono utilizzare il mezzo, senza vincoli temporali e necessità di modifiche anagrafiche e documentali. Ciò deriva da diversi interventi ministeriali, come la Circolare 15513, del 10 luglio 2014, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti;
  • familiari non conviventi, o i soggetti non legati da vincoli di parentela con il proprietario, devono effettuare una comunicazione di cambio di conducente alla Motorizzazione Civile, se l’utilizzo del mezzo supera i 30 giorni consecutivi. In questo modo, la stessa Motorizzazione si occuperà dell’aggiornamento dei documenti di circolazione.

Semplificando ulteriormente, per riassumere i dubbi più comuni dei guidatori, si può quindi affermare che:

  • si può guidare una macchina intestata a un familiare, purché convivente, senza limitazioni temporali o di documentazione;
  • si può guidare una macchina intestata a un familiare non convivente, oppure a un soggetto terzo, purché si proceda ad avvisare la Motorizzazione dopo il trentesimo giorno.

È bene sapere che, con il Nuovo Codice della Strada 2025, guidare un auto non intestata senza relativa comunicazione, dopo i 30 giorni previsti per legge, può comportare:

  • una multa da 727 a 3.629 euro;
  • la possibilità di vedersi ritirare la carta di circolazione del veicolo fino a completa regolarizzazione.

Quando non si può guidare la macchina di un familiare

Quando non è possibile, invece, guidare l’auto di un parente? In effetti, si tratta di un dubbio molto diffuso, in particolare in Rete: la domanda “perché non si può guidare l’auto di un familiare” è da qualche tempo molto gettonata sia fra le ricerche web che sui social network. Spesso si tratta di dubbi che sorgono a seguito di un fermo di polizia o, ancora, per specifiche limitazioni della polizza assicurativa.

Non è infatti sufficiente rimanere nelle casistiche previste per legge, a seconda si sia conviventi o meno con il proprietario, ma è indispensabile:

  • leggere a fondo il contratto di RC auto stipulato;
  • verificare che sia esplicitata la clausola di “conducente occasionale”, spesso riportata anche come “guidatore terzo” o altre analoghe definizioni.

Senza questo tipo di copertura assicurativa, non si potrà utilizzare il veicolo altrui, nemmeno se intestato a un familiare.

Cosa succede se non ho la delega a condurre

Nei precedenti paragrafi si è spiegato che, per poter guidare il mezzo altrui, è necessario sia accertarsi che la polizza assicurativa comprenda la copertura del conducente terzo, che di avere ottenuto il consenso del titolare. Proprio in merito a questo secondo punto, è necessario farsi rilasciare una delega?

Delega per la guida dell'auto altrui
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In linea generale, per l’uso quotidiano sul territorio italiano, non vi è alcun obbligo di ottenere una delega scritta per l’uso del veicolo altrui. Tuttavia, questo documento potrebbe rendersi necessario:

  • in caso di viaggi all’estero, dove l’autorizzazione del titolare deve essere esplicitata;
  • in presenza di contenziosi, come qualora si verifichino incidenti stradali, dove una delega scritta è di certo utile per chiarire la propria posizione, sia con le autorità che con gli altri eventuali automobilisti coinvolti nel sinistro.

Come facile intuire, qualora si venisse fermati a un controllo da parte delle autorità, in assenza di una delega esplicita sarà più difficile dimostrare di aver ottenuto il consenso del proprietario, così come la durata del prestito del veicolo, se inferiore o superiore alle tempistiche previste per legge. 

Anche in questo caso, è utile ribadire che, per la guida dell’auto intestata ad altra persona non convivente scatta l’obbligo sul libretto dopo 30 giorni consecutivi di utilizzo. Per questa ragione, la firma di una delega è sempre consigliata, riportando anche la data di prima consegna del veicolo, nonché la copia dei documenti identificativi del proprietario.

Cosa succede se faccio un incidente con una macchina non intestata a me

Un dubbio comune riguarda la possibilità, di certo da non così remota, di trovarsi protagonisti di un incidente stradale quando si guida un’auto non di proprietà.

In caso la colpa dell’incidente fosse del conducente su veicolo terzo e la copertura assicurativa sottoscritta regolarmente:

  • il conducente si assume la responsabilità civile, ed eventualmente penale, del sinistro causato, indipendentemente il veicolo non sia di sua proprietà;
  • l’assicurazione coprirà i danni, tuttavia il proprietario dell’auto potrebbe subire un declassamento della classe di merito, con un aumento del premio assicurativo al successivo rinnovo. Molto, però, dipende dagli accordi sottoscritti con la propria compagnia assicuratrice.

Invece, nel caso la polizza sottoscritta sul veicolo preveda clausole di esclusività sul guidatore - in altre parole, non permette la guida da parte di terzi - l’assicurazione potrebbe rifiutarsi di coprire i danni. I relativi costi, di conseguenza, potrebbero gravare sia sul titolare che sul conducente, in proporzione ai relativi gradi di responsabilità. Di conseguenza, per evitare brutte sorprese in itinere, è sempre indicato consultare la propria compagnia assicuratrice prima di prestare l’auto a familiari e amici, così da verificare possibili ostacoli e limitazioni.

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