ll gratuito patrocinio non è disponibile per il condominio: si tratta infatti di un ente senza personalità giuridica
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Patrocinio gratuito e condominio
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Nel complesso panorama delle controversie condominiali, le spese legali possono gravare anche pesantemente sui singoli proprietari. Per questa ragione, spesso si cercano soluzioni per accedere alla giustizia senza oneri economici eccessivi. Ma è possibile avvalersi del gratuito patrocinio per il condominio? La risposta è negativa: non trattandosi di una personalità giuridica, bensì di un ente di gestione, il condominio è privo di un patrimonio autonomo. Il patrocinio gratuito è riservato ai cittadini - perciò, anche ai singoli condomini - agli stranieri in possesso del permesso di soggiorno e agli enti senza scopo di lucro con personalità giuridica.

Cosa si intende per patrocinio gratuito

Innanzitutto, è bene comprendere cosa si intenda per patrocinio gratuito. Noto anche patrocinio alle spese dello Stato, si tratta di un’istituzione pensata per garantire a tutti il diritto alla difesa, indipendentemente dalle condizioni economiche. In altre parole, lo Stato si assume i costi legati all’assistenza legale - sia amministrativa che penale - per individui ed enti che non possono permettersela autonomamente.

Disciplinato dal Testo Unico delle Spese di Giustizia, ovvero dal D.P.R. 115/2002, il gratuito patrocinio permette di avvalersi di avvocati iscritti in appositi elenchi, senza dover anticipare compensi o pagare direttamente le spese. È inoltre utile sapere che questo istituto non copre soltanto le fasi giudiziali, ma può estendersi a procedimenti stragiudiziali in alcuni casi, come ad esempio le mediazioni o le negoziazioni assistite, collegate a un contenzioso. 

Quali sono i requisiti per usufruire del gratuito patrocinio

Per poter accedere al gratuito patrocinio, è però indispensabile essere in possesso di alcuni specifici requisiti, definiti dall’articolo 119 del D.P.R. 115/2002. Il più importante è rappresentato dalla soglia di reddito, aggiornata ogni due anni affinché sia al passo con i prezzi al consumo. In base al Decreto del Ministero della Giustizia del 22 aprile 2025, apparso in Gazzetta Ufficiale l’11 luglio, è necessario:

  • un reddito imponibile annuo non superiore a 13.659,64 euro, desunto dall’ultima dichiarazione dei redditi;
  • per i nuclei familiari, è possibile innalzare il limite di 1.032,91 euro per ogni persona convivente, limitatamente ai procedimenti penali.
Avvocato e patrocinio gratuito
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Oltre al reddito, per poter usufruire del patrocinio gratuito, sarà anche indispensabile essere:

  • cittadini italiani o appartenenti a Paesi UE;
  • cittadini stranieri con permesso di soggiorno regolare e gli apolidi;
  • enti senza scopo di lucro, con personalità giuridica e senza attività economiche.

Ma come funziona il patrocinio gratuito? La domanda deve essere presentata al Consiglio dell’Ordine degli avvocati o al giudice, allegando l'autocertificazione del reddito, la descrizione della causa e i documenti di identità. Una volta presentata la relativa documentazione, l’ammissione viene accettata in via provvisoria e, successivamente, confermata con un decreto del magistrato.

Cosa non rientra nel gratuito patrocinio

Affinché la disciplina del patrocinio gratuito possa essere sostenibile, è necessario un perfetto equilibrio tra l’assistenza da parte dello Stato e la responsabilità individuale. Per questa ragione, diverse tipologie di procedimenti e di spese non sono ammessi. In particolare, l’istituto non copre:

  • costi extragiudiziali non direttamente connessi a un processo, come consulenze preventive o negoziazioni formali;
  • le spese accessorie, come bolli o diritti di cancelleria, se non espressamente previste;
  • tutti gli enti che non hanno una personalità giuridica.

Ancora, i giudici possono negare l’ammissione al gratuito patrocinio per cause giudicate temerarie o prive di fondamento, per evitare un uso distorto di fondi pubblici. È inoltre bene sapere che il beneficio può essere revocato, con sanzioni penali variabili, se emergono falsità nelle dichiarazioni reddituali.

L’esclusione dei condomini dal patrocinio gratuito

Proprio poiché il condominio non è dotato di personalità giuridica, non può essere ammesso al patrocinio gratuito. Si tratta infatti di un ente di mera gestione del patrimonio dei singoli condomini: di conseguenza, non dispone di patrimoni autonomi, indipendenti dagli stessi comproprietari.

Sulla questione sono intervenute anche le Sezioni Unite della Corte di Cassazione che, con la sentenza 10934/2019, hanno ribadito l’esclusione del condominio dal patrocinio gratuito, proprio per l’assenza di soggettività giuridica.

A questo scopo, è utile specificare che neanche l’amministratore può avvalersene per conto del condominio, poiché il professionista agisce come semplice rappresentante del collettivo condominiale, senza autonomia patrimoniale.

Assistenza legale nel patrocino gratuito
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Come confermato dalla sentenza 16934/2023 della Corte di Cassazione, vi è però un caso che permette al singolo condomino di avvalersi dell’assistenza legale gratuita per tutelare interessi comuni. Infatti, quando l’amministratore non procede a difendere gli interessi comuni, il condomino può diventare parte diretta processuale, avvalendosi così del gratuito patrocinio.

Il patrocinio dello Stato per singoli condomini

Per contro, è certamente necessario sottolineare che i singoli condomini possono essere ammessi al patrocinio gratuito per immobili di proprietà, in presenza dei requisiti necessari. Tuttavia, l’accesso all’istituto è limitato alla difesa di propri interessi, non invece per la copertura di costi collettivi. In altre parole, il proprietario di un’unità immobiliare potrebbe ottenere assistenza legale gratuita in una controversia relativa alla sua quota per spese di manutenzione straordinaria, ma non può estendere il patrocinio all’intero ente condominiale.

Ancora, è bene sottolineare che i singoli proprietari hanno l’obbligo di informare terzi sulla possibilità di accedere al patrocinio gratuito, nei procedimenti di sfratto per morosità o per finita locazione. È il caso di locatori e affittuari: ad esempio, l’intimazione di sfratto e nulla senza l’avviso del gratuito patrocinio da parte del proprietario dell’immobile.

A quale avvocato rivolgersi per problemi condominiali

Ma a quale avvocato affidarsi, per gestire problemi condominiali? La scelta del legale dipende molto dalla natura della disputa - amministrativa o penale - e dai soggetti coinvolti. Per l’intero condominio, è solitamente l’amministratore che procede a selezionare l’avvocato, su autorizzazione dell’assemblea. In genere, si tratta di professionisti specializzati in diritto immobiliare e condominiale.

Per il singolo condomino, è invece sufficiente scegliere il proprio avvocato di fiducia o, in presenza dei requisiti necessari, richiedere il patrocinio a spese dello Stato. Anche in questo caso, le specializzazioni del legale varieranno a seconda della tipologia di causa da affrontare. In ogni caso, ottime competenze in materia condominiale sono indispensabili per poter affrontare il giudizio in piena serenità.

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