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Centomila posti di lavoro in fumo, 40mila agenzie immobiliari chiuse nel corso del 2007 e 280miliardi di euro di debiti accumulati dal settore. Con il crollo del mattone la spagna potrebbe conoscere la sua prima crisi. Zapatero non vuol sentirne neanche parlare, solo poche settimane fa il protagonista del miracolo iberico di questi anni - un pil che cresce ogni anno a ritmi ben superiori 3% - aveva parlato di "moderato rallentamento". Non poteva certo attendersi che la situazione precipitasse così in fretta. Tuttavia la crisi ipotecaria da un lato e la carenza di liquidità del sistema dall`altro hanno aumentato le difficoltà di un modello di sviluppo troppo centrato sul settore immobiliare. Per josè barea, docente dell`università autonoma di madrid, il paese avrebbe bisogno di un rapido cambio di modello di sviluppo e come ricetta anti-crisi suggerisce, controllo dell`inflazione e deficit esterno. Intanto pedro solber, ministro dell`economia spagnolo, continua a ritoccare a ribasso le previsioni di crescita del pil, dal 3,4% previsto inizialmente, al 3,1% fino al 2,8% pronosticato dal fondo monetario

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